“Il presidio ospedaliero di Vasto ed il suo territorio ancora una volta pesantemente discriminati ed oggettivamente penalizzati”. Lo afferma Antonio Spadaccini, ex primario dell’unità operativa complessa di Gastroenterologia dell’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto, sollevando pubblicamente il problema della persistente carenza di medici nel reparto che ha diretto.
“L’ultima inconfutabile prova di quanto sopra affermato – scrive Spadaccini in un post pubblicado sul suo profilo Facebook – costringe il sottoscritto, di norma molto più attento e pronto a segnalare le criticità di altre realtà lavorative ospedaliere (Pronto soccorso, Radiologia, Anestesia e Rianimazione, Geriatria,…), ad intervenire a difesa della unità operativa complessa di Gastroenterologia del nostro presidio ospedaliero, che ha avuto l’onore e l’onere di dirigere, per 30 anni, dal momento della sua istituzione al giugno 2017.
Questi i fatti. Da ormai 8 mesi, data del mio pensionamento, in questa Uoc che esegue annualmente circa 8.000 prestazioni specialistiche (endoscopie, ecografie, consulenze specialistiche, Breath tests …), gestisce 7 posti letto di ricovero ordinario e 2 di day hospital, con circa 500 ricoveri ogni anno e garantisce reperibilità clinica ed endoscopica H24 anche per gli ospedali di Lanciano ed Atessa, lavorano solo 5 medici. Nel 2017, da Direttore del Dipartimento medico della Asl, mi ero battuto per far inserire opportunamente nel piano assunzioni annuale 2 nuovi gastroenterologi. Sarebbero serviti a completare l’organico medico della unità operativa complessa di Vasto (da 6 a 7) e della Uosd (unità operativa semplice dipartimentale) di Chieti (da 4 a 5). Quest’ultima unità operativa, a responsabilità universitaria, lavora di fatto in ambito ambulatoriale e, pur impegnata in attività H24, garantisce una reperibilità solo endoscopica, giovandosi anche dell’aiuto di turni lavorativi assegnati ad una dottoressa di Chieti, ma in servizio ad Ortona. Rispetto a Vasto la Uosd di Chieti effettua un numero di prestazioni specialistiche nettamente inferiore. Non avendo inoltre a disposizione un reparto di degenza specialistica, i gastroenterologi di Chieti, rispetto ai loro colleghi di Vasto che, ripeto, gestiscono annualmente circa 500 ricoveri, non hanno nessuna responsabilità clinica, diretta e continuativa, di pazienti ricoverati a Chieti per patologie digestive e degenti in altri reparti.
Può mai accadere, in tale contesto lavorativo aziendale, che una Direzione, se accorta e credibile, decida di pareggiare il numero dei gastroenterologi in servizio tra Chieti (5) e Vasto (5)? Ritengo poi inutile ed infantile nascondersi dietro inesistenti impedimenti amministrativi o, peggio, mentire, addossando fantomatiche responsabilità al sottoscritto, reo, a suo tempo, di aver dato un parere positivo alla richiesta da parte di una dottoressa a 6 mesi di aspettativa. Parere peraltro non determinante ai fini del diritto dell’ interessata di ottenere comunque quanto richiesto, come più volte confermato dalla stessa Responsabile aziendale del personale. Tale verità viene certificata anche dalla concessione, a dicembre, alla stessa dottoressa, da parte della Direzione aziendale, di altri 12 mesi di aspettativa, con il sottoscritto questa volta già in pensione.
Considero umanamente inammissibile ed un grave errore aziendale imporre ai 5 gastroenterologi di Vasto il doppio/triplo impegno lavorativo dei 5 colleghi di Chieti, a parità anche di remunerazione economica. La cosa mi appare ancor più inaccettabile se penso che si sia potuto anche approfittare dell’oggettivo e comprensibile debole potere contrattuale dell’attuale Responsabile della Gastroenterologia di Vasto, con incarico a termine ed in attesa del concorso pubblico, al quale va la mia totale solidarietà ed il mio personale ringraziamento per quel che sta facendo per il nostro ospedale, nonostante tutto.
È inammissibile che quel che fa più comodo a Chieti si fa, sempre e comunque, e ciò che è un’oggettiva necessità per Vasto passi al secondo o terzo posto. Questo modo di operare non sarà illegittimo, ma non è trasparente, obiettivo e condivisibile. Se si danno più risorse e medici a Chieti, perché non impegnarli anche con posti letto di gastroenterologia, magari avendo il coraggio di eliminarli a Vasto? Sarebbe sicuramente scelta più seria e motivabile. Se anche questa volta, il mio sindaco (interessato al problema senza risultato) e l’assessore Paolucci annoteranno il mio sfogo tra le solite critiche pretestuose e preconcette, perché va tutto bene… Anzi, il sottoscritto se ne farà ancora una volta capace e continuerà a comportarsi di conseguenza, in scienza e coscienza, come sempre. Premetto, per chi ora dovrà affannarsi in promesse e contrappesi: spesso le pezze sono peggio del buco”.