E’ una questione complessa e delicata quella relativa alla vertenza Sasi-Acea Energia alla quale si aggiunge un altro tassello. La richiesta da parte dell’Acea, con un atto di precetto, del pagamento della somma indicata nella sentenza del 1 febbraio 2017 (sentenza definitiva da parte del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma) che ha stabilito un esborso da parte della Sasi di 6 milioni di euro.
“La prima richiesta da parte dell’Acea per illegittimo prelievo di acqua dalla Maiella ammontava a 15 milioni di euro, 13 milioni il primo risarcimento dovuto, fino ad arrivare agli attuali sei. – puntualizza il presidente Gianfranco Basterebbe ricordando i numeri della complicata vicenda – I nostri avvocati continuano ad essere in contatto con i legali dell’Acea e stanno lavorando per individuare altre soluzioni. Prima di tutto chiedere la sospensione di questo atto. L’ho sottolineato già in altre occasioni, e lo ribadisco ancora una volta, sono fiducioso nella positiva conclusione di questa storia, siamo determinati a mettere in campo tutte le azioni necessarie per evitare che la Società debba pagare questa somma”.
Il contenzioso, val la pena di ricordare, va avanti da molti anni, addirittura quando c’era la Cassa del Mezzogiorno, poi si è riaperto con il Consorzio Acquedottistico fino ad arrivare all’ultimo atto, in ordine di tempo, ossia alla decisione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma che con sentenza parziale dell’11 giugno del 2013 ha stabilito il versamento all’Acea di 6 milioni di euro più le spese legali. Sentenza diventata poi definitiva nel febbraio dello scorso anno.