E’ disarmata quasi la metà del personale in divisa.
Non hanno pistole, manette, né mazzette di segnalazione (cioè manganelli di plastica), tantomeno le bombolette di pray al peperoncino che molti Comuni stanno consegnando alla polizia locale: a Vasto 15 vigili su 31 svolgono a mani nude servizi per i quali la normativa statale e lo stesso regolamento comunale prevedono la dotazione di armi, previo svolgimento di visite mediche e prove di tiro.
Tutto questo accade mentre, a distanza di 7 chilometri, nella vicina San Salvo, già dalla scorsa estate il Comune ha ottenuto anche per vigili stagionali la qualifica di agenti di pubblica sicurezza e, di conseguenza, ha potuto consegnare loro pistole e mazzette destinate all’autodifesa nei casi più gravi.
Non sono nuove le perplessità sulle condizioni lavorative in cui opera a Vasto il personale comunale destinato alla pubblica sicurezza. Il Diccap, sindacato autonomo di categoria, li aveva segnalati negli anni scorsi. La questione era stata derubricata a barzelletta nel 2014, quando era finita addirittura sul palco del Vasto film festival: in quei giorni di agosto, caldi anche a causa delle polemiche feroci tra il sindacato dei fischietti e l’amministrazione Lapenna, era stato il noto regista Giovanni Veronesi a commentare, con il solo intento di sdrammatizzare, uno dei motivi di malcontento: “Ho letto che i vigili protestano perché hanno le pallottole scadute. Perché le pallottole? Lasciatele stare. Viva le pallottole scadute di Vasto”.
Ora il problema si fa serio. Sono armati solo 16 degli effettivi. Altri due di loro (trasferiti di recente a Vasto tramite la mobilità passiva) e i 13 precari (6 dei quali verranno stabilizzati nelle prossime settimane) sono privi di dispositivi di difesa personale. Fa riesplodere le polemiche la notizia dell’apertura di un’indagine per violenza o minaccia a pubblico ufficiale dopo l’episodio accaduto il 29 dicembre [LEGGI]. I sindacati protestano. Cgil, Diccap ed Rsa diramano in mattinata in comunicato congiunto “in merito a quanto riportato dagli organi di stampa sulla presunta aggressione da parte di un funzionario del Comune di Vasto a due dipendenti. Nell’auspicare che si faccia piena chiarezza in merito all’accaduto e si adottino i conseguenti provvedimenti, si condanna ogni forma di aggressione di qualunque natura e posta in essere da chiunque, invocando il rispetto dei ruoli e del lavoro che viene portato avanti dal personale del Comune di Vasto nell’interesse della collettività”.
Cosa sarebbe accaduto, se si fosse verificato un episodio più grave? È uno dei tre rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, Luigi La Verghetta (ex ufficiale della polizia municipale che, su sua richiesta, è stato trasferito a un altro settore, l’Urbanistica), a sollevare il problema della “sicurezza degli agenti in servizio a tempo determinato e non in possesso di arma”, scrive nell’oggetto della lettera protocollata stamani e indirizzata a sette destinatari: il sindaco, Francesco Menna, l’assessore alla Polizia municipale, Gabriele Barisano, la segretaria generale, Angela Erspamer, il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Forte, i capigruppo di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale, il prefetto di Chieti, Antonio Corona, e tutto il personale del Comando di piazza Rossetti. La Verghetta parla di “violazioni in materia di armamento della polizia municipale che hanno gravi ripercussioni sulla sicurezza dello stesso personale”, in particolare del decreto ministeriale numero 145 del 1987 e del regolamento per la disciplina dell’armamento della polizia municipale di Vasto, in base ai quali “gli agenti assunti a tempo determinato – scrive La Verghetta – non in possesso della qualità di agente doi pubblica sicurezza e, perciò, non muniti di arma” possono prestare solo “servizi ordinari, ovvero di viabilità e rilievo degli incidenti stradali”.
Vasto e San Salvo, risposte differenti – “Credo che gli stagionali non possano essere armati”, dice l’assessore alla Polizia municipale, Gabriele Barisano. “Per i sei che stabilizzeremo, provvederemo nel rispetto delle normative”, che prevedono l’espletamento delle visite mediche e delle prove di tiro. “Gli altri sette? Valuteremo se ci sarà la possibilità di assumerli. Intanto, cominciamo col cogliere le opportunità che ci dà la riforma Madia”.
Eppure nella vicina San Salvo una soluzione l’hanno trovata, visto che, su richiesta dell’amministrazione comunale, il prefetto di Chieti, Antonio Corona, ha conferito temporaneamente ai poliziotti stagionali la qualifica di agenti di pubblica sicurezza, consentendo così al Comune di dotare anche loro di pistola e mazzetta distanziatrice. Questo è successo la scorsa estate e l’amministrazione comunale di San Salvo, contattata da Zonalocale, dichiara di voler inoltrare la medesima domanda anche in vista della prossima stagione balneare.