Stop alle “assunzioni ad personam del sindaco di Vasto”. Lo chiedono i sei consiglieri comunali della coalizione centrodestra-movimenti civici commentando la notizia dell’inchiesta condotta dal procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio, su una pratica edilizia. Indagate quattro persone, tra cui due dipendenti pubblici: il dirigente comunale Michele D’Annunzio e il ragionier Emilio Racciatti, un dipendente del Comune di Guilmi che lavora in convenzione, per sei ore a settimana, nel municipio di Vasto, dove si occupa di questioni finanziarie.
“Apprendiamo dagli organi di stampa – scrivono in comunicato Davide D’Alessandro, Alessandro d’Elisa, Guido Giangiacomo, Edmondo Laudazi, Francesco Prospero e Vincenzo Suriani – di un avviso di conclusione indagini notificato in questi giorni a Emilio Racciatti, dipendente pubblico del Comune di Vasto non di ruolo, ma in convenzione per scelta personale del sindaco Francesco Menna e con contratto in scadenza al 31 dicembre 2017.
Al di là di varie interrogazioni ed interpellanze volte ad accertare situazioni meritevoli di attenzione, a nostro giudizio, poiché vedono il Racciatti coinvolto nella vicenda della informatizzazione del nostro Comune, l’indagine in corso non può non indurci a tornare a stigmatizzare l’uso ripetuto di assunzioni ad personam del sindaco. Assunzioni a tutti i livelli, dai dipendenti ai dirigenti, senza mai ricorrere allo strumento del concorso pubblico che, oltre a premiare l’effettiva preparazione e consentire anche ai giovani fuori dal perimetro di considerazione di Menna di trovare idoneo e meritato impiego presso il Comune, garantisce una trasparenza di cui si avverte sempre più impellente il bisogno nella macchina burocratica che egli tenta di guidare.
Invitiamo pertanto a non rinnovare il contratto in scadenza in questi giorni a Racciatti (vieppiù poiché il reato contestato ha ad oggetto connessioni con gli uffici comunali) fino alla definizione della vicenda giudiziaria, ricorrendo per eventuali necessità alle professionalità già presenti in Comune e profumatamente remunerate o a quella che dovrebbe essere una regola e cioè a concorsi pubblici”.