Abuso d’ufficio, falsità ideologica, violazione del Testo unico sull’edilizia e della legge sulla trasparenza. Sono i reati ipotizzati, a vario titolo, nei confronti di quattro persone, cui la Procura di Vasto ha notificato un avviso di conclusione indagini nell’ambito dell’inchiesta sul cambio di destinazione d’uso di un locale da magazzino a scuola privata per l’infanzia.
Prima di Natale, il blitz in municipio dei finanzieri in borghese, che avevano acquisito la documentazione sull’appalto per la gestione del sistema informatico comunale e su un secondo filone d’inchiesta, quello relativo all’autorizzazione urbanistica per trasformare il magazzino in asilo privato. Indagini scaturite dagli esposti presentati da due consiglieri comunali, Dina Carinci (Movimento 5 Stelle) e Vincenzo Suriani (Fratelli d’Italia) per chiedere al procuratore capo, Giampiero Di Florio, di far luce in particolare sull’affidamento diretto, avvenuto in due tranche da 39mila 600 e 80mila euro, della gestione del sistema informatico comunale all’impresa Studio K, sciogliendo il contratto che era ancora in vigore col precedente gestore. Il sindaco, Francesco Menna, ha replicato in Consiglio comunale, affermando che il nuovo appalto ha consentito al Comune di risparmiare 100mila euro.
Gli indagati – Sotto inchiesta quattro persone. Due dipendenti pubblici: Michele D’Annunzio, 65 anni, dirigente del Comune di Vasto, Emilio Racciatti, 57 anni, un dipendente del Comune di Guilmi che lavora in convenzione, per 6 ore a settimana, presso il Comune di Vasto; e due privati cittadini: W.C., 39 anni, residente a Guilmi, progettista e direttore dei lavori, e B.Z., 42 anni, residente a Guilmi, legale rappresentante della ditta committente dei lavori.
Le ipotesi di reato – Michele D’Annunzio è indagato per abuso d’ufficio, perché “il 15 dicembre 2016 rilasciava il permesso a costruire” che, secondo la Procura, sarebbe stato concesso in violazione delle norme contenute nel Testo unico sull’edilizia “e non adottava alcun provvedimento nonostante le difformità e le violazioni edilizie già rilevate e contestate dal responsabile del procedimento e dal precedente dirigente nella relazione del 12 agosto 2015”.
W.C. è indagato per falsità ideologica in certificati e per violazione della legge sulla trasparenza amministrativa, la numero 241 del 1990, perché, secondo gli inquirenti, è stata riscontrata una falsa attestazione di requisiti e presupposti per la Scia (segnalazione certificata di inizio attività).
Sempre a W.C., ma anche a B.Z. e a Emilio Racciatti, titolare del locale su cui è stato operato il cambio di destinazione d’uso, viene contestata la violazione del Testo unico sull’edilizia, perché “in concorso tra loro – scrive nel documento il procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio – eseguivano lavori di ristrutturazione edilizia consistenti nel cambio di destinazione d’uso tra classi catastali non omogenee (dalla C alla D) e tra diverse categorie funzionali, trasformando il locale da magazzino a scuola per l’infanzia”.