L’ennesimo rinvio in oltre 12 anni di storia. Ieri, il comitato CCR-Via della Regione Abruzzo si è riunito per discutere della verifica di assoggettabilità ambientale del progetto di discarica per rifiuti non pericolosi della Vallecena srl. nell’omonima località in territorio di Furci da 150mila metri cubi. Un progetto, questo, diverso da quello originario, già archiviato dal comitato Via, che prevedeva anche un impianto di trattamento dei rifiuti pericolosi.
Contro la variante in riduzione i Comuni di Furci e San Buono hanno presentato le proprie osservazioni insieme a quelle della Stazione Ornitologica Abruzzese.
Ascoltate, quindi, le varie posizioni dei presenti (tra il sindaco furcese Angelo Marchione, dell’azienda proponente e dell’Arta), il comitato si è espresso con un rinvio. Innanzitutto ci sarà da verificare la conformità del progetto con il nuovo piano regionale dei rifiuti in fase di promulgazione.
[ant_sx]Ancora da verificare gli impatti sull’ambiente: per questo è da aggiornare l’elenco dei rifiuti ammissibili e approfondire lo studio idrogeologico in quanto non si esclude la presenza di una circolazione idrica sotterranea.
Non da meno, poi, è l’effetto cumulo con gli altri impianti presenti, cioè quelli del consorzio Civeta che da poco più di un anno ha aperto la terza vasca da 450mila metri cubi. Inoltre, sulla zona insiste ancora un punto interrogativo riguardante la nota vicenda della maxi-discarica presentata inizialmente dalla Cupello Ambiente come a servizio dello stesso consorzio che però non ne era a conoscenza [LEGGI]. Il progetto è stato ritirato, ma la società pare intenzionata a ripresentarlo.
Nel dettaglio, i motivi del rinvio sono i seguenti:
1) accertare la conformità del progetto in itinere rispetto al nuovo piano regionale rifiuti approvato e in fase di promulgazione;
2) al fine di potere escludere eventuali impatti negativi sull’ ambiente è necessario:
– aggiornare l’elenco dei codici CER dei rifiuti da collocare in discarica;
– approfondire lo studio idreogeologico in quanto i dati fomiti non escludono la presenza di una circolazione idrica sottorranea e quindi il rispetto del franco tra la falda e il fondo della discarica;
– integrare la valutazione di impatto acustico dello scenario post operam derivante dalle attività e dagli impianti che verranno posti in essere nella dicarica in regolare esercizio, tenendo conto dei contenuti delle linee guida regionali sulla valutazione di impatto acustico ( si veda DGR n./{770/P del 14/11/2011 pubblicata sul BURA del 28/03/2012);
– presentare una dettagliata valutazione dell’effetto cumulo con esistenti e analoghi impianti;
– specificare e illustrare le modalità gestionali delle terre e rocce da scavo che ricorrono per il caso di specie;
– presentare cartografia di dettaglio dell’area di intervento al fine di verificare la compatibilità con le fasce di rispetto del torrente Cena;
– acquisire il nulla osta dei beni paesaggistici qualora si volesse operare ali’ interno della fascia dei 150 m dal torrente.
Insomma, non si può dire che la Regione non sa aspettare: ancora una richiesta di integrazione di documenti dopo ben 12 anni dall’inizio della vicenda (la prima presentazione è del 5 dicembre 2005).