Il taglio del nastro. Da sempre gesto di inaugurazione delle opere pubbliche, per la Via Verde della Costa dei trabocchi rovescia il suo significato: è il segno dell’apertura del cantiere.
Cinque cerimonie stamani in cinque comuni attraversati dall’ex tracciato ferroviario, dismesso nel 2005 e poi abbandonato in attesa di poter costruire la pista ciclopedonale lunga 43 chilometri da Francavilla al Mare a San Salvo, mentre sul Parco nazionale della Costa teatina, di cui la Via Verde avrebbe dovuto rappresentare la strada panoramica ed ecologica, è calato da anni il silenzio.
Cinque tagli di nastro – Bandiera tricolore sul cartello di cantiere e nastro tagliato attorno alle 13 di oggi nel piazzale dei binari della vecchia stazione ferroviaria di Vasto Marina, aperta nel 1863 e sostituita nel 1988 dall’attuale scalo di Vasto-San Salvo.
Parata di rappresentanti politici e pubblici amministratori regionali, provinciali e comunali: l’assessore regionale al Bilancio, Silvio Paolucci, il consigliere regionale delegato ai Trasporti, Camillo D’Alessandro, il presidente della Provincia, Mario Pupillo, che presiede la cerimonia in fascia azzurra, il sindaco di Vasto, Francesco Menna, e il suo predecessore Luciano Lapenna, presidente dell’Anci Abruzzo, più diversi assessori e consiglieri comunali, esponenti di partito e attivisti delle associazioni ambientaliste. A Vasto Marina l’ultima di cinque tappe nel giro di una mattinata iniziata a Ortona e proseguita a San Vito Chietino, Fossacesia e Torino di Sangro.
Cerimonia itinerante preceduta dalle polemiche. Se il segretario regionale del Pd, Marco Rapino, esulta per “un obiettivo perseguito con serietà e lavoro costante, che finalmente” oggi “si manifesterà davanti agli occhi dei cittadini”, il consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, attacca: “Una cerimonia che apre un cantiere inesistente e, cosa più grave e triste, non sappiamo neppure quando inizieranno i lavori e, conseguentemente, quando avremo la possibilità di vedere l’opera ultimata”.
“Oggi cantierizziamo quest’opera per riconsegnarla tra 600 giorni”, annuncia al microfono Pupillo, che ringrazia gli architetti Ursini (responsabile del procedimento) e Faraone (direttore dei lavori) e l’ingegner Masciarelli (collaudatore). Sul cartello di cantiere, però, è stampata la data di fine lavori: 31 dicembre 2018, ossia tra 380 giorni.
Per ripristinare un tratto di vecchia massicciata ferroviaria in località Dragone di Torino di Sangro, travolto dalle mareggiate, “la Regione ci ha autorizzato a utilizzare un milione di euro avanzato dal ribasso d’asta. Il tracciato ferroviario dismesso è stato vandalizzato e su di esso sono state costituite rendite di posizione da cui lo abbiamo liberato”.
Per Menna, la Via Verde è “un’infrastruttura che impreziosisce la nostra costa”. “Nel 2006 mettemmo un vincolo di inedificabilità assoluta sulle aree”, rivendica Lapenna.
Il costo totale dell’opera è di 8 milioni 31mila 662 euro e 19 centesimi, finanziati tramite i fondi europei Par-Fsc 2007-2013. La strada litoranea riservata a ciclisti e pedoni verrà costruita da un gruppo imprese: Co.Ge.Pri srl di Guardiagrele (capogruppo), Di Persio srl di Montesilvano, Tenaglia srl di Casoli, Strade e Ambiente srl di Chieti.
Stazioni – Paolucci lancia un secondo obiettivo: “Il governo regionale vuole continuare a investire sulla ciclovia, allungandola a tutta la regione”. D’Alessandro parla di “due trattative. Con la prima, il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, è riuscito ad acquisire le aree di risulta ottenendo un decremento del prezzo da 50 milioni di pretesa ai 7-8 milioni di euro dell’acquisto. L’altra trattativa è sulle vecchie stazioni, con l’obiettivo di acquistarle e farle gestire dai giovani, poi vedremo con quali modalità. La Via Verde sarà un grande attrattore turistico, attraverso l’offerta bici-ferro: un percorso di 43 chilometri collegato con la montagna, con Roccaraso e le altre località sciistiche, attraverso la strada ferrata”.