Da due mesi, i bambini non possono essere più operati nell’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto. Già quindici interventi su pazienti di età inferiore ai 10 anni sono stati rinviati tra ottobre e dicembre. Con la conseguenza che i piccoli malati e le loro famiglie devono emigrare verso altre strutture ospedaliere.
E’ una lettera del responsabile dell’unità operativa complessa di Rianimazione dell’ospedale di Vasto, Florindo Morsa, inviata ai direttori delle unità operative complesse chirurgiche e, per conoscenza, alla responsabile della direzione sanitaria, Rosanna Florio, a determinare lo stop e a spiegarne i motivi.
La lettera – “Le ultime linee guida della società scentifica degli anestesisti rianimatori restringono molto la possibilità di eseguire anestesie su pazienti pediatrici, se non rispettando una casistica individuale che, in questo ospedale, nessuno di noi può dimostrare. A questo si aggiungano i dettami della cosiddetta legge Gelli, che modifica i caratteri della responsabilità penale dei dirigenti medici”, scrive il dottor Morsa, aggiungendo che “devo, mio malgrado, sospendere l’attività anestesiologica sui bambini fino all’età di dieci anni, con l’eccezione dei casi di emergenza o tali da non poter essere trasferiti convenientemente in strutture ospedaliere idonee”.
I parametri – La Siaarti e la Sarnepi, società scientifiche degli anestesisti, hanno elaborato una proposta di “numero minimo di prestazioni anestesiologiche ritenute necessarie per il mantenimento delle competenze delle equipe coinvolte nella pratica pediatrica. In assenza di tali indicazioni, la commissione”, formata da specialisti delle due organizzazioni scientifiche, “propone i seguenti volumi minimi di attività per singolo anestesista utili a minimizzare l’incidenza di eventi critici peri-operatori”, ossia complicazioni. Secondo le due sigle degli anestesisti, sono necessarie “150 anestesie-sedazioni profonde-anno in bambini di età inferiore ai 10 anni, di cui 40 anestesie-sedazioni profonde l’anno sotto i 3 anni di vita; 10 anestesie-sedazioni profonde l’anno sotto i 6 mesi di vita”.
Numeri che rischierebbero di creare non pochi problemi alla sanità abruzzese, in cui molti ospedali non riescono a raggiungere questi standard minimi proposti dalle società scientifiche. Proposte che, al momento, non sono state ancora ufficialmente adottate dal Ministero, che pure lo scorso 2 agosto, con un decreto della ministra Beatrice Lorenzin, ha applicato uno dei punti fondamentali della legge Gelli sulle responsabilità dei medici, fissando i requisiti per l’iscrizione delle società scientifiche all’elenco dei soggetti che parteciperanno alla stesura delle linee guida “cui gli esercenti le professioni sanitarie si devono attenere nell’esecuzione delle prestazioni sanitarie”, spiega quotidianosanità.it, notiziario online del settore. Siaarti e Sarnepi sono state inserite, a pieno titolo, nell’elenco. Le due società scientifiche avevano già elaborato un documento, datato 31 gennaio 2017, sugli “Standard clinico-organizzativi per l’anestesia in età pediatrica”. La vicenda è sfociata anche in un caso politico, visto che la consigliera comunale Alessandra Cappa (Unione per Vasto) ha presentato un’interrogazione in cui chiede al sindaco, Francesco Menna, “quali iniziative intenda assumere con la Asl affinché si faccia in modo che siano gli anestesisti dedicati a recarsi periodicamente presso l’ospedale di Vasto per consentire gli interventi sui piccoli pazienti”. Al San Pio i medici che praticano le anestesie sui bambini ci sono. Alcuni di loro hanno anche un’esperienza ventennale. Va chiarito perché i nuovi parametri proposti dalle società scientifiche nazionali blocchino, in Abruzzo, le operazioni sui bambini nel solo ospedale di Vasto.