Alle soglie del 2018, ci sono ancora dieci case che scaricano i liquami a cielo aperto. Direttamente nel Fosso Anghella, a poche decine di metri dal centro abitato di Vasto.
“E’ stato un accertamento durato tre mesi”, sottolinea il comandante della polizia municipale, Giuseppe Del Moro, riferendosi alle indagini che il Nucleo ambientale ha portato a termine in questi giorni, trasmettendo il relativo dossier alla Regione Abruzzo, “che irrogherà sanzioni che vanno da un minimo di 6mila a un massimo di 60mila euro” e alla Procura, “affinché l’autorità giudiziaria competente valuti la sussistenza di eventuali illeciti penali”, spiega l’ufficiale.
L’inchiesta ha preso il via la scorsa estate dopo le segnalazioni di alcuni proprietari di terreni coltivati di Fosso Anghella, l’area scoscesa compresa tra la strada provinciale Istonia e via Santa Lucia, collegate tra di loro da una scorciatoia che prende il nome, per l’appunto, di via Anghella e taglia in due la zona degli appezzamenti.
I titolari degli orti avevano lanciato l’allarme per il puzzo nauseante, amplificato dal caldo della scorsa estate, che proveniva da un fondo in cui gli agenti hanno verificato l’esistenza di una vecchia fogna, mai chiusa, né bonificata, “in cui confluiscono – racconta Del Moro – gli scarichi di dieci antiche abitazioni delle traverse di via Roma”.
I proprietari dovranno pagare multe salate. “E’ stata emessa – aggiunge il comandante della polizia locale – anche un’ordinanza che vieta la coltivazione del terreno attraversato dallo scarico”.