È una mattinata che i ragazzi del Polo Liceale Mattioli ricorderanno quella vissuta insieme a Dacia Maraini che, con l’istituto vastese, ha condiviso momenti intensi e ricchi di significato. A lungo i ragazzi, guidati dalle insegnanti Anna Di Bussolo e Clotilde Muzii, hanno preparato l’incontro con la scrittrice e intellettuale italiana, uno dei simboli della letteratura contemporanea. Gli studenti hanno analizzato i quadri di Juan Del Prete in mostra a Palazzo d’Avalos e da questi si sono lasciati ispirare per la scrittura di brevi testi letterari.
Ne è venuto un percorso tra le sale della mostra carico di emozioni e accompagnato dalla musica di due studentesse del liceo che ha affascinato la Maraini, come lei stessa ha avuto modo di sottolineare. Prima di ascoltare gli studenti Dacia Maraini aveva visitato, insieme alla dirigente scolastica e Maria Grazia Angelini e a Elio Baccalà, vicepresidente del consiglio comunale di Vasto con delega alla cultura, le sale della pinacoteca di Palazzo d’Avalos, guidata dalla storica dell’arte Silvia Bosco, dello staff del D’Avalos.
[ads_dx]Dopo l’incontro al D’Avalos che, con il gruppo di studenti coinvolti, ha visto la partecipazione di alcuni genitori e insegnanti del Mattioli, Dacia Maraini è stata accolta nell’auditorium del Polo Liceale. Il sindaco Francesco Menna le ha dato il benvenuto a nome della città, complimentandosi con l’istituto che, nel giro di poche settimane, ha ospitato due personalità di spicco come Don Ciotti e Dacia Maraini. Il cuore dell’incontro è stato il dialogo serrato tra la scrittrice e i ragazzi. Non un’intervista o un monologo, ma un vero e proprio scambio di idee che è partito da alcune parole chiave scelte dagli studenti ed ha poi preso il volo attraverso i ricordi e le esperienze di vita di Dacia Maraini. E così si è parlato dell’importanza della memoria, “nella cultura del mercato è importante sviluppare la memoria”, della sua dura esperienza nel campo di concentramento in Giappone, nel 1943. E poi del viaggio “che deve essere un processo di conoscenza”, della sua amata Sicilia e della mafia, “la mafia comincia nell’800 e prima o poi deve finire. Ma questo dipende da tutti noi e anche da voi”.
Tanti gli spunti offerti agli studenti, chiamati da lei a dialogare e confrontarsi sui temi proposti. Si è parlato del femminicidio, che deve essere combattuto con uno sforzo culturale “cominciando dalle scuole elementari in cui vanno insegnati il rispetto dell’altro e la sacralità del corpo umano“. Inevitabile un passaggio sull’Abruzzo, conosciuto grazie ad Ettore e Gigliola Scola e poi amato a tal punto da comprare casa a Pescasseroli. “Mi piace la natura, mi piacciono gli animali selvatici che, purtroppo, stiamo sterminando”. Ha ricordato come l’Abruzzo “è stato importante per la storia, è stato segnato dalla Resistenza, dall’azione della Brigata Maiella. L’Abruzzo ha una storia che va conosciuta”. E poi il messaggio di speranza ai ragazzi: “Non pensate che in questo Paese non si possa far niente, impegnate e cercate di essere un’eccellenza in ciò che fate. Rimboccatevi le maniche e datevi da fare, forgiando il futuro usando anche strumenti nuovi e idee antiche”. Agli studenti anche un invito a leggere, perchè “leggere vuol dire viaggiare nel tempo e nello spazio”, e, sopratutto, a credere nei sogni “mantenendo sempre vivo quel bambino che è in voi“.