Nel 1697, Charles Perrault e, nel 1959, il produttore cinematografico Walt Disney raccontavano che, al Battesimo di Aurora, bellissima figlia di Re Stefano, non venne invitata la strega Malefica. Ne seguì l’anatema di quest’ultima: a 16 anni, la ragazza sarebbe morta per puntura d’arcolaio. Grazie all’intercessione di ben tre fate, l’estrema conseguenza fu derubricata in sonno profondo, stato da cui soltanto un bacio principesco l’avrebbe risvegliata.
La strega Malefica, consumatosi il tempo della fremente attesa, fece in modo che la Principessa, nell’usare un arcolaio, si pungesse, cosicché l’anestetico incanto fosse realizzato. Cloppete cloppete, giunse, all’inanimate membra, il Principe Filippo, il quale, sospinto d’amorosa passione, ne baciò le labbra, così rompendo il sortilegio. Naturalmente, vissero felici e contenti. E’ finita qui? No, proprio no.
Passarono alcuni anni, trecentoventi per l’esattezza, ed in un Regno Unito in piena Brexit, Sarah Hall, mamma di un fanciullo studente in una scuola, alzò la voce, ritenendo peccaminoso e molesto il pur morigerato bacio dato per amore e ponendo la questione: nessuno si è mai chiesto se la Bella addormentata gradisse quell’avance? Qualcuno si è mai posto il dubbio circa il fatto che la ragazza volesse davvero essere baciata? Verificata la circostanza del suo profondo sonno, com’è mai possibile ritenerla consenziente? Sarà o non sarà colpevole di qualcosa il blasonato profittatore? Quanto il suo nobile rango può averlo incoraggiato a cotanta spregevole condotta?
Confidando in questi interrogativi dall’impossibile risposta, Mrs Sarah ha chiesto di rimuovere dal programma scolastico del figlio la lettura della fiaba, con buona pace di Charles Perrault, suo autore. La motivazione a sostegno ha una sua logica: “Fino a quando verranno presentati questi testi nelle scuole non riusciremo mai a cambiare degli atteggiamenti che oggi sono ormai radicati nei comportamenti sessuali“. Quale gesto di vero amore può mai aver rappresentato quel bacio in mancanza di consenso da parte della donna? Siamo al cospetto di una molestia, per di più aggravata dallo stato d’inerzia della fanciulla e dal fatto che il reo fosse Principe, anche se azzurro.
Non credo Walt Disney si sia posto il problema. Non credo che le Commissioni per la revisione cinematografica del Dipartimento dello Spettacolo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in Italia, si siano mai chiesti se censurare o meno le scene finali della fiaba, così lasciando Aurora nel perenne sonno, o se vietare, almeno ai minorenni, la visione dell’intero film. Non credo neanche che l’autore della fiaba abbia per un attimo soltanto immaginato di proporre, quale finale del racconto, l’arrivo dei Gendarmi e l’arresto del Principe Filippo, artefice di cotanta colpevole lussuria.
Non credo che i tanti genitori che, alla sera, hanno letto ai loro bimbi le vicende della Bella addormentata o ne sono stati scorta, dal 1959, nelle sale cinematografiche, abbiano mai dubitato della tenerezza con cui la fiaba veniva raccontata o del tipo di emozioni generate.
Credo però che il fatto sollevato dalla zelante mamma sia comunque d’interesse e di significato nella nostra evoluta e moderna società.
Per buona parte, il problema non è dei ragazzi ma dei distratti adulti genitori, fin troppo assenti dalle vicende dei figli e, soprattutto, intimamente compromessi dalle proprie malizie, proiettate sulla prole anche inconsapevolmente.
Nell’attesa che una Principessa, nell’era moderna e con l’antico bacio, risvegli dal malevolo prodigio un giovane Principe per sventura addormentato, si racconti alla nuova generazione che esistono anche l’innocenza, la purezza, la semplicità e l’amore.