“Il whistleblowing è una legge anticorruzione che permetterà ai testimoni di illeciti gravi, di segnalare i casi a cui assistono sul posto di lavoro, pubblico e privato, protetti dal rischio di subire ritorsioni o addirittura perdere il proprio posto di lavoro”. Gianluca Castaldi, senatore di Vasto del Movimento 5 Stelle, commenta l’approvazione della legge di cui i pentastellati (prima firmataria la deputata Francesca Businarolo).
“La locuzione whistleblower significa letteralmente soffiatore di fischietto, e impropriamente può essere indicato anche come gola profonda. Questa legge da oggi si applica tanto ai dipendenti delle aziende pubbliche, quanto a quelli delle aziende private.
Le persone coraggiose e oneste non sono mai mancate, ma non di rado sono state sottoposte, per aver fatto il loro dovere, a mobbing, se non addirittura licenziate. La legge del Movimento 5 Stelle prevede che dopo la segnalazione il lavoratore non potrà essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, sottoposto ad altre misure di ritorsione e sarà vietato rivelarne l’identità. Si prevede il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento e la nullità di ogni atto discriminatorio o ritorsivo.
Chi dovesse essere quindi licenziato per aver segnalato un atto di corruzione deve essere reintegrato nel posto di lavoro da parte del
giudice, avere un risarcimento del danno che ha subito e il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dalla data di licenziamento a quella del suo reintegro.
La legge è chiara anche sulle sanzioni applicabili in caso di discriminazione del lavoratore. Se l’Autorità Anticorruzione (Anac) accerta che il dipendente ha subito misure discriminatorie la sanzione è di 30mila euro, mentre se le procedure non sono conformi o mancano del tutto, nella gestione delle segnalazioni, ci sarà una sanzione fino a 50mila euro. Infine, nel caso in cui non siano state svolte verifica e analisi delle segnalazioni, è stato introdotto un nuovo illecito: l’Anac applica la sanzione da 10mila a 50mila euro a carico del responsabile che deve controllare le segnalazioni.
Al contrario di chi afferma che questa è una barbarie giuridica figlia della cultura del giustizialismo – sottolinea il senatore pentastellato – abbiamo previsto una tutela anche per chi viene denunciato attraverso una clausola anti-calunnie.
La legge prevede infatti che ogni tutela in favore del whistleblower salti in caso di condanna del segnalante in sede penale (anche in primo grado) per calunnia, diffamazione o altri reati commessi con la denuncia o quando sia accertata la sua responsabilità civile per dolo o colpa grave.
Con il Movimento nelle istituzioni – conclude Castaldi – siamo riusciti a far fare la propria parte alla politica. Serve però l’impegno e l’aiuto di tutti i cittadini per bene per un cambio di rotta necessario al nostro Paese sul campo della corruzione e della legalità”.