E’ mistero sulle spoglie di San Teodoro che, nel calendario cristiano, si festeggia oggi. E’ Vasto a custodire il corpo di quello che, fino al 1827, fu il patrono della città, prima di San Michele Arcangelo.
A San Teodoro è dedicata anche una cappella che si trova nel centro storico.
Le sue vestigia, però, sono custodite a poche decine di metri di distanza, in una teca esposta nella chiesta della Madonna del Carmine.
Ma non sono le uniche, visto che anche in Basilicata è conservata una salma che viene identificata con San Teodoro.
Lo fa notare l’architetto Francescopaolo D’Adamo, cultore della storia vastese e autore nel 2013, per Zonalocale.it, di un video intitolato Le mummie di Vasto e l’enigma della doppia identità del marchese, in cui si parla dei cadaveri dei due santi custoditi a Vasto: San Cesario e San Teodoro [GUARDA]
“Lungi da me – ha scritto ieri sul suo blog – l’idea di mettere in discussione la religione cattolica e nemmeno lontanamente giudicare il comportamento del clero. Non ne sono degno e neppure all’altezza. La Fede è Fede e basta. Tuttavia, alla vigilia dell’onomastico di San Teodoro, una curiosità che un mio antico conoscente e amico di Facebook ha voluto inviarmi qualche tempo addietro per incuriosirmi.
Il corpo di San Teodoro non si trova solo nella chiesa di Santa Maria del Carmine qui a Vasto ma anche nella Cattedrale di Melfi [GUARDA].
Ora non vorrei scomodare Dan Brown per scoprire che mistero c’è dietro questa doppia dimora delle vestigia dell’importante Santo ma N. M. (iniziali dell’amico che mi ha inviato le foto da Melfi) è riuscito certamente a far viaggiare la mia fantasia che già in precedenza si era spinta a a riconoscere in quello di Cesare Michelangelo d’Avalos il corpo conservano nella chiesa vastarola.
A coloro che ricameranno storie contro la religione dopo aver letto questo post, chiedo una profondissima riflessione, prima di proferire parole al vento. Invito poi tutti i lettori a visitare la chiesa del Carmine e, davanti alle spoglie del Santo, meditare sul significato della nostra esistenza”.