Il titolo crea qualche problema? La sua lettura produce l’effetto della degustazione di un limone o di un vino divenuto aceto? Contiene un messaggio subliminale che crea una sorta di distonia dell’anima? Insomma, fa strano? Bene, per chi prova questo tipo di reazione, Halloween non è una gran botta di vita e se non esistesse non sarebbe un gran danno. Eppure, la notte del 31 ottobre si festeggia in quasi tutto il mondo: Australia, Canada, Germania, Austria, Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti, Paesi scandinavi, Nuova Zelanda, Italia, Spagna, Corea del Sud, Giappone.
E’ pratica diffusa indossare costumi particolari nella considerazione del fatto che, secondo le credenze e in quella notte, esseri sovrannaturali ed anime dei morti girovagano sulla terra, tra i viventi, zom..bettando qui e là.
Nonostante la ciclicità quasi contemporanea, la “Notte delle streghe”, altro nome di Halloween, ha poco a che fare con il 2 novembre, “Giorno dei Morti”, ma siccome l’idea della festa piace sempre, la giornata di “Commemorazione dei Defunti” è diventata la “festa dei morti”, anche se non ancora, e meno male, quella dei “Morti in festa”. A questo ci pensa Halloween o, meglio, la sua moderna volgarizzazione.
Il significato di Halloween e la sua tradizione storica spingono a ritenere questa festività appartenente ad un determinato patrimonio culturale ed inserita nell’alveo delle credenze condivise. L’origine è propria dei paesi nordici, una festa pagana gaelica chiamata “Samhain”, la cui variante scozzese denominò Halloween, traduzione di “Notte di tutti gli spiriti sacri”.
Difficile cancellare un evento divenuto tradizione ed allora si assistette a quel fenomeno chiamato di “sincretismo”, una manomissione a cui si ricorre quando un fatto è talmente radicato nella cultura popolare da non poter far altro che riconoscerlo al fine di ricondurlo, in qualche modo, ad una propria ragione. Ne scaturì, così, una sorta di contaminazione della religione cattolica per intervento di un elemento generato da una diversa credenza religiosa. Il prodotto è una miscellanea i cui tratti indistinti rendono i giorni a cavallo tra ottobre e novembre buoni per festeggiare i morti, i santi, le streghe, il capodanno celtico, gli spiriti sacri, insomma qualcosa in cui più comunità, di diversa estrazione culturale e religiosa, si possano riconoscere. Ne derivano anche interpretazioni filosofiche legate al mistero della morte, del dopo vita terrena, accompagnate da gestualità laiche e religiose tra loro diverse asseconda le popolazioni geograficamente disposte: dalla possibilità di contatti con il “mondo dell’ombra”, alla preparazione dei cibi preferiti dai propri defunti e lasciati sulla lapide delle loro tombe. Come in ogni liturgia che si rispetti, anche i nostri tempi hanno visto l’utilizzo di più oggetti adatti a rendere evidenti le celebrazioni di Halloween ed ecco le zucche intagliate, illuminate dall’interno, o i costumi ed accessori macabri e terrificanti.
L’intreccio di credenze, superstizioni e volontà speculative ci consegna Halloween, nei giorni nostri, in una formulazione e derivanza la cui conoscenza poco importa e la cui evidenza assume aspetti incredibilmente variegati: blasfemi, ridicoli, pubblicitari, violenti, commerciali ed altri ancora.
Esempi? Sfilate di bambini, ignari di ogni cosa, in maschera horror, zucche a lanterna, con espressioni spaventose, con cui si ricordano le anime bloccate in Purgatorio; bare, mostri, mummie, spaventapasseri, scheletri, zombi, vampiri, crocifissi, cappelli da strega ed oggettistica varia, il tutto nei colori “sociali” del nero, viola ed arancione; i macabri travestimenti forniscono opportuno travisamento anche per vari reati e la Ryanair ci fa sapere che, in occasione di Halloween, fa “sconti spettacolari sull’autonoleggio: rottama la scopa per una 4 ruote. L’offerta termina il 1° novembre a mezzanotte”.
Esempio sia anche l’ormai famoso refrain “Dolcetto o scherzetto” che, a San Nicandro Garganico, viene interpretato recitando così la minaccia: “damm l’anma i mort, ca snnò t sfasc la porta”; così come in alcuni comuni della Sardegna, nei quali, al fine di ricevere dolci, bibite o denaro, si declama: “Sant’Andria muzza li mani!!”…
Usanze un po’ diverse da quelle risalenti al Medioevo, allorquando la gente povera, il 1° di novembre, andava sì di porta in porta ma per praticare l’elemosina, ricevendo cibo in cambio di preghiere per la commemorazione dei defunti del giorno successivo.
Dagli anni ’30, alcune aziende americane iniziarono a produrre, in quantità industriale, vestiti e costumi per Halloween e ne furono invasi i supermarket. Dalle maschere di fantasmi, scheletri, alieni e quant’altro, si passò, successivamente, all’abbigliamento hard e sadomaso per festini orgiastici (perché no?!). Oggi, la spesa media annua, delle famiglie americane, per l’acquisto di accessori Halloween, è di circa 3 miliardi di Dollari, in Italia, di oltre 300 milioni di Euro.
I nostri tempi potrebbero essere rappresentati in tanti modi ma l’icona della zucca svuotata, probabilmente, li rappresenta meglio di altri.