Cancellazione della zona-cuscinetto, localizzazione dell’area e documenti basati monitoraggi datati di oltre 10 anni fa. Il Forum H2O Abruzzo esprime forti criticità sul progetto presentato dalla Cupello Ambiente per la realizzazione della quarta vasca del Civeta: una nuova discarica da poco meno di mezzo milione di metri cubi [LEGGI].
“Pare che il destino di quell’area lungo il torrente Cena sia segnato – scrive l’associazione rappresentata tra gli altri da Augusto De Sanctis – visto che la terza vasca, sempre da 450.000 mc, è stata inaugurata solo un anno fa [LEGGI] e già si pensa alla quarta che avrà durata di sette anni a partire dal suo completamento. Ci si chiede: ma le norme sui rifiuti non prevedono che il ricorso alle discariche sia residuale? Perchè continuare a scommettere su questa forma di gestione dei rifiuti obsoleta, secondo la Direttiva Rifiuti 98/2008 dell’Unione Europea, vincolando il futuro?”.
[ant_dx]LE CRITICITÀ – Diversi i dubbi del Forum H2O: “Tra l’altro questo progetto presenta diverse criticità per ammissione degli stessi progettisti. Infatti negli elaborati progettuali si legge che l’invaso dovrebbe essere scavato “all’interno di una zona destinata dal PRE del Comune di Cupello, classificata come area vincolata ai fini dell’assorbimento dell’impatto ambientale della discarica”, una sorta di zona cuscinetto necessaria alla discarica stessa. Si intende quindi incidere proprio su una delle poche mitigazioni esistenti all’impianto attuale cancellando con una nuova discarica proprio la zona cuscinetto”.
“Segnaliamo – continua l’associazione – che sarà necessaria anche una Valutazione Ambientale Strategica per la variante al Piano Regolatore e stigmatizziamo che per l’ennesima volta si pensa prima al progetto e poi al piano e non viceversa come sarebbe logico e regolare. In altre regioni come la Lombardia si impone prima di verificare se il Piano può essere modificato e solo dopo si valuta il progetto.
Ulteriori criticità riguardano il fatto che l’area prescelta è:
– sotto vincolo idrogeologico;
– in area a pericolosità P1 per le frane;
– in area di tutela secondaria dei corsi d’acqua dal punto di vista paesaggistico, ad una distanza tra 50 e 150 metri dal Torrente Cena”.
MONITORAGGI DATATI – Lo studio di impatto, poi, si basa su monitoraggi di 11 anni fa. Nella zona individuata scorre il fiume Cena, la cui qualità delle acque è classificata come “pessima” dall’Arta.
“Lo Studio di Impatto per i fiumi riporta i dati dei monitoraggi del 2006 – continua il Forum H2O – undici anni fa, mentre è noto che sono disponibili i dati Arta del 2015. Questa superficialità si traduce nell’omissione dei dati terrificanti della qualità ambientale del Torrente Cena che oggi l’Arta classifica nella categoria peggiore, la pessima. Lo studio a nostro avviso è carente non solo sotto l’aspetto delle acque ma anche per quanto riguarda i monitoraggi ambientali degli ultimi dieci anni sul funzionamento delle discariche già attive. Dove sono gli studi prescritti in quei progetti, di cui uno, quello per la seconda vasca, ha avuto la Via in sanatoria e a posteriori ad intervento ormai realizzato? Dove sono le verifiche di ottemperanza alle prescrizioni impartite? Di tutto ciò non vi è traccia sul sito della Regione come prevede la legge. Insomma, sarebbe bene avere tutti gli elementi su cosa è avvenuto finora in termini di impatto ambientale prima di aggiungere un ulteriore elemento di pressione e, in generale, puntare su riciclo e riutilizzo dei materiali e non su nuove discariche”.