È durata poco meno di tre mesi la soddisfazione dell’assessore regionale all’Urbanistica Donato Di Matteo. Il 12 luglio scorso veniva approvato il progetto di legge sul Contenimento dell’uso del suolo attraverso il recupero dei vani accessori e locali del patrimonio edilizio esistente [LEGGI]; ora la relativa legge (la n. 40 del 1° agosto 2017) è stata impugnata dal consiglio dei ministri per la presenza di “profili di illegittimità con riferimento a varie disposizioni, che appaiono invadere la competenza legislativa statale in materia di tutela dell’ambiente (art. 117, comma 2, lettera s), della Costituzione e di governo dei territori (art. 117, comma 3, della Costituzione), consentendo interventi di recupero anche in deroga ai limiti e prescrizioni edilizie degli strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigenti, ovvero in assenza dei medesimi”.
La legge regionale, proposta proprio da Di Matteo, era riuscita a mettere d’accordo centrodestra e centrosinistra registrando la contrarietà del solo Movimento 5 Stelle. Una circostanza, questa, che aveva portato la maggioranza a salutare con entusiasmo le nuove disposizioni che avrebbero reso abitabili anche cantine e garage.
Di ben altro tono, invece, erano state le prese di posizione di diverse associazioni (tra le quali la Soa, il Forum H20 e Nuovo Senso Civico) che sottolineavano i rischi dell’abitabilità di tali vani in caso di alluvioni e straripamenti. Di esempi ce ne sono fin troppi anche sul territorio, basti pensare all’alluvione del marzo 2015 [LEGGI] quando il torrente Buonanotte straripò allagando per un paio di metri cantine e garage adibiti a casa vacanze estive fortunatamente vuote in quel periodo.
[ant_dx]DE SANCTIS – All’indomani della decisione del consiglio dei ministri, Augusto De Sanctis (presidente Soa) dichiara: “Siamo stati i primi a lanciare l’allarme con un comunicato stampa il 15 luglio scorso non appena letta la norma varata dal Consiglio Regionale. Una scelta incredibile per una legge che se applicata aumenterebbe a dismisura i rischi per l’incolumità dei cittadini. Ad ogni alluvione, Livorno tragicamente insegna, cantine e garage vanno immediatamente sott’acqua in pochi secondi e diventano trappole, come chiarito da tempo dalla Protezione Civile nazionale. Il nostro allarme era quasi caduto nel vuoto, in un contesto di quasi generale plauso alla norma, cosa che fa riflettere. Fortunatamente un articolo uscito su La Repubblica aveva riacceso i riflettori su questa legge.
Poi abbiamo scritto una circostanziata lettera al Governo. È sconfortante che a soli sette mesi dalla tragedia del Rigopiano i nostri consiglieri regionali abbiano pensato di varare un tale provvedimento che aumenta i rischi. Speriamo ora che la Corte Costituzionale cancelli questa legge. Nel frattempo chiediamo ai Comuni di decidere di non applicarla sul loro territorio. Il Consiglio regionale farebbe bene, comunque, a tornare sui suoi passi”.