Marcia della pace, marcia contro l’arrivo di migranti in città e di nuovo per la pace. È lo schizofrenico ultimo anno di San Salvo, durante il quale si sono alternate, senza colpo ferire, iniziative nate per celebrare “la fratellanza tra i popoli” – che si richiamano all’omonima manifestazione che vide la luce ad Assisi – e sfilate dai toni diversi.
OLTRE LE SCUOLE? – Scuole di ogni ordine e grado in prima linea per la 14ª marcia; presente anche una delegazione di Celenza sul Trigno. Certo, tutto bello, ci mancherebbe: ogni occasione per infondere i valori della pace “nei cittadini del domani” è preziosa. “Insieme nella diversità si può costruire un mondo a colori” ha detto il baby sindaco di San Salvo, Alice D’Angelo. In piazza San Vitale gli alunni hanno letto i propri messaggi “di saluto in diverse lingue di una comunità multietnica” e cantato le canzoni composte per l’occasione. Sfogliate le foto da copertina di bambini festanti con le bandiere arcobaleno, cosa resta dell’iniziativa andata in scena nella città con il tasso di immigrazione più alto d’Abruzzo [LEGGI]? I rappresentanti di quattro comuni (meno della metà dell’anno scorso) – Manuele Marcovecchio, sindaco di Cupello, e i delegati di Dogliola (Veruska Di Paolo), Celenza sul Trigno (Valentina Di Nocco) e Furci (Federica Vinciguerra) – tre associazioni (Lory a colori, Pro Loco ed ex combattenti), i due parroci, nessun progetto che vada al di là dell’estemporaneità della giornata, nessuna rappresentanza delle folte comunità di stranieri.
Queste ultime sono state invitate? “Sono state invitate le associazioni accreditate in Comune”, la secca risposta dell’ufficio stampa. A San Salvo la comunità più corposa è la romena, riunita nell’associazione Decebal. C’è anche quella islamica che in città ha una moschea, fa capo all’associazione vastese “Adriatica per gli immigrati”.
LE ORIGINI – Nella prima edizione – voluta dall’ex sindaco Arnaldo Mariotti, l’allora parroco di San Nicola e oggi vescovo dei Marsi, mons. Piero Santoro, dal dirigente scolastico della Salvo D’Acquisto, Matteo Bernava – venne inaugurata piazza della Pace (oggi punto di partenza del corteo). Tra i principali fautori dell’iniziativa c’era Domenico Di Stefano, all’epoca assessore alla Cultura, assente quest’anno, che ricorda a zonalocale.it: “Nacque per creare una coscienza nella città che non fosse solo retorica, ma che fosse legata a un comune sentire di tutte le sue componenti. Ogni anno si cercava di aggiungere qualcosa: raccolte fondi, inaugurazione della piazza della Pace, il braciere della pace che doveva ardere tutto l’anno. Ricordiamoci che a San Salvo gli ambasciatori di Israele e Palestina si strinsero la mano. C’era un percorso che iniziava molto prima con scuole e associazioni. È chiaro che c’è bisogno di nuovi slanci. Oggi sul sito del comune i video delle due marce (contro l’arrivo dei migranti e della pace) sono uno accanto all’altro. Sarebbe stato bello quest’anno capire il perché accade questo, ascoltare le storie di questi ragazzi, poteva essere un momento di confronto con gli studenti“.
TEORIA E PRATICA – Tre anni fa il precedente: l’arrivo di alcuni eritrei in città (poi trasferiti per inidoneità della struttura) fece registrare la prima presa di posizione del sindaco Tiziana Magnacca sull’argomento. Alla seguente marcia diverse organizzazioni annunciarono il forfait; il più rumoroso quello delle associazioni della parrocchia di San Nicola.
Tra la 13ª e la 14ª marcia della pace c’è stato un innegabile evento di rottura, quello del 15 luglio per impedire l’apertura del centro d’accoglienza nell’ex Miraverde. “Non siamo contro i migranti, anche loro sono vittime”, affermò il sindaco [LEGGI]; “Il loro arrivo decreterebbe la sofferenza del commercio e di numerose imprese locali che hanno investito soldi e sacrifici in quell’area”, affermava lo stesso primo cittadino qualche tempo prima [LEGGI].
Nonostante le parole ben pesate in estate, l’iniziativa del sindaco ha avuto una grande eco mediatica finendo su testate nazionali ergendone – come tre anni fa – la promotrice a punto di riferimento delle ali più estreme della destra italiana, affascinate dal “prima i sansalvesi” che sui social network vanta migliaia di condivisioni.
Quale occasione migliore della Marcia della Pace per ribadire che il messaggio dell’estate scorsa fosse rivolto contro il “business dell’accoglienza” e non contro le “persone”? Come accaduto per le comunità di stranieri, nessuna rappresentanza del centro d’accoglienza ieri era presente.
Fu proprio il sindaco a rimarcare il pericolo di “ghettizzazione” di un centro localizzato nell’area commerciale. I suoi ospiti sono stati invitati per fare un primo passo contro tale rischio? “È una cooperativa, non un’associazione”, risponde lo stesso ufficio stampa. Insomma, la burocrazia la trionferà. “E la fratellanza dei popoli?”, “No, quest’anno il tema è il Dono”, ribadisce l’ente. Ottimi voti in teoria, è la pratica che lascia a desiderare.
“Non pervenuti” neanche i sindaci di centrodestra presenti a luglio (a esclusione di Marcovecchio) e le silenti forze d’opposizione della città. Tirate le somme, meglio così. Si è evitato che alcuni degli stessi sindaci marciassero insieme ai migranti contro il cui arrivo protestarono a luglio. Sarebbe stato un paradosso troppo grande anche per la multiculturale San Salvo.