In Italia, in Europa, sono pochi a conoscere Vasto. Coloro che la conoscono la ricordano per il mare, la spiaggia, gli scogli. Tutto qui? Eppure c’è altro, tanto altro.
Probabilmente, il periodo in cui il nome di questa città più girò fu quello in cui la sua squadra di calcio militava in Serie C. Tanto, tanto tempo fa. Oggi, negli anni dei sofisticati ma popolari strumenti di comunicazione, si fa fatica ad accreditare la sua immagine in un mercato del Turismo in cui la concorrenza delle più o meno blasonate località è certo pressante: il bel mare e il bel sole non bastano più. Eppure, in estate, chiunque trascorra anche soltanto qualche giorno a Vasto resta colpito non soltanto da questi aspetti ma anche da altro, dalla cucina, dalle tradizioni, dalle architetture, dai luoghi unici; elementi di un insieme che merita attenzione in un arco temporale che va ben oltre gli scarsi due mesi estivi.
A chi vive a Vasto nel quotidiano spesso sfuggono tradizioni, da quelle religiose a quelle laiche, dalla Processione in mare della Madonna di Pennaluce, alle Campanelle di San Rocco; dalla saga della famiglia d’Avalos, alle vicende della Repubblica vastese. Sono i più nomi della città a segnarne le orme nel tempo: Iston, Guasto d’Aimone, Guasto, Istonio ed infine Vasto
Quanta cultura, quanta letteratura, quante vicende guerriere hanno contrappuntato la vita di personaggi vastesi: dal poeta Lucio Valerio Pudente a Riccio de Parma, Cavaliere della Disfida di Barletta; dal musicista Lupacchino a Gabriele Rossetti, poeta e patriota, ed alla sua famiglia d’artisti; dall’ammiraglio della flotta romana Caio Didio ai pittori Filippo, Nicola e Francesco Palizzi; dall’esploratore Ernesto Cordella al giornalista e scrittore Ettore Janni, dal saggista e drammaturgo Romualdo Pantini all’economista Raffaele Mattioli, dal patriota Silvio Ciccarone al pittore Valerio Laccetti.
Vasto è tutto questo e ancora molto di più. Quanto nasconde ancora la citt alla consapevolezza persino dei vastesi, figuriamoci alla percezione di coloro che mai ne hanno sentito parlare o ne hanno conoscenza soltanto… perché c’è il mare!
La Vasto moderna potrebbe offrire tutto questo, curando target del turismo, nazionale ed internazionale, oggi neanche sfiorati. Ma al turismo che conta occorre offrire anche altro, occorrono infrastrutture di servizio che agevolino il benessere e, soprattutto, occorre sia percepito uno sentimento d’accoglienza dhe rifletta uno stato d’animo, che sprovincializzi l’offerta e renda tutti consapevoli, al di là degli egoismi, dei tanti, troppi tesori che la città racchiude, ma che sono offuscati.
Il Turismo che conta non si trascina tra una notte bianca ed una notte rosa, tra una sagra della pizza ed un carnevale estivo. Il Turismo che conta si conquista con l’offerta dell’insieme della città, del tutto della città per tutto l’anno, con la coralità nell’azione degli operatori del settore e con una popolazione che sorride all’ospite.
Vasto: città di vacanze, d’arte e di cultura.