L’idea è nata dalla volontà di fare un viaggio alternativo, fuori dagli schemi delle solite vacanze e dei percorsi battuti dai turisti in bermuda e macchina fotografica al collo e così lo scorso 6 settembre, Francesca e Claudia, due ragazze rispettivamente di Lanciano e Pretoro, zaino in spalla, hanno iniziato il loro Cammino Inglese, direzione Santiago de Compostela.
“Abbiamo scelto il percorso più breve, meno frequentato e forse anche meno ‘turistico’, – ci dice Francesca – ma senza dubbio quello più intimo e raccolto. L’ideale per raggiungere Santiago insieme sì agli altri pellegrini, ma soli con se stessi”. Da Ferrol a Santiago, circa 130 km di cammino tra boschi, oceano e natura incontaminata, passando tra ostelli con grandi camerate e bagni in comune, paesini silenziosi e affascinanti città della Galizia, giorno dopo giorno, in attesa del fatidico arrivo.
“Da quando abbiamo ritirato a Ferrol il libretto del pellegrino su cui apporre i timbri nelle varie zone di sosta, abbiamo camminato circa 20 km al giorno, adattandoci a situazioni non proprio tipiche della nostra vita di tutti i giorni. – racconta Francesca a Zonalocale – E se l’emozione dell’arrivo è stata impagabile, non posso negare momenti di crisi e anche un po’ di paura”. Già, perché il tempo in Galizia non è stato clemente con le ragazze e le ha costrette a sopportare, oltre al peso di poco meno di 10 chili del borsone, anche la pioggia molto spesso battente ed orari di sole/buio diversi dai nostri.
“Il momento più brutto? Senza dubbio la mattina in cui abbiamo deciso di svegliarci e partire intorno alle 5.30 quando era completamente buio. – ricorda Francesca – usciamo dall’ostello e dopo pochi metri ci troviamo di fronte una salita ripidissima che portava verso un bosco e c’eravamo solo io, Claudia e la nostra piccola torcia a farci compagnia. Abbiamo camminato per circa due ore al buio, – racconta – tra i rumori del bosco e la paura di trovarci di fronte qualche malintenzionato. Quando abbiamo trovato un bar e poi la luce del giorno, abbiamo finalmente tirato un sospiro di sollievo”. Ma durante il Cammino c’è stato anche il tempo di incontrare nuovi amici inglesi, spagnoli, altri italiani e di tutte le età, percorrendo parte della strada insieme a loro e condividendo la stanchezza e la voglia di arrivare al traguardo.
“Diciamolo pure, – confessa – non posso dire di non essere viziata e affrontare questo viaggio è per me stato un momento di grande crescita. Ho dovuto dormire in camerate con altre 20 persone di tutte le età, utilizzare il bagno insieme, lavarmi in condizioni non proprio ideali e rivedere il phon solo una volta a casa a Lanciano, ma ne è valsa la pena”. Ne è valsa la pena fino ai 16 chilometri dell’ultima tappa, forse i più sudati, in un percorso accidentato con un diluvio che le ha accompagnate senza sosta. Ma una volta a Santiago, Francesca e Claudia sono state ripagate di tutta la fatica dei giorni precedenti. “La facciata della chiesa è in restauro, quindi si perde un po’ la meraviglia della visuale, ma l’emozione è tutta là ad aspettarti”, spiega Francesca.
Arrivare e ritrovarsi con tutti gli altri pellegrini provenienti dai quattro Cammini principali che portano a Santiago, ritirare il certificato e sentirsi fare i complimenti per essere riusciti è, forse, il premio più grande. “Io non ero partita con un grande spirito religioso, era più una sfida con me stessa – conclude Francesca – ma una volta in chiesa si viene pervasi da quest’atmosfera mistica che non può non contagiarti. Una volta lì è come se rivivessi tutto il tuo Cammino alla luce di quell’arrivo, con occhi diversi. E rendersi conto di aver superato tutti quegli ostacoli è una sensazione bellissima. Ora mi sento arricchita e, perché no, sto già pensando a quale Cammino fare il prossimo anno”.