Il nastro tricolore di quel giorno sarà ormai sbiadito; forse sarebbe stato opportuno posticipare quella sforbiciata. A pensarla così è anche Sandro D’Ercole, presidente della Delphinia srl, cooperativa di Scerni che ha in gestione l’area: “Non si doveva fare l’inaugurazione, non voglio essere polemico, ma non si doveva fare. Abbiamo fatto investimenti per scoprire a dicembre che non potevamo lavorare“.
Parliamo del parco avventura di Celenza sul Trigno, inaugurato in pompa magna l’11 luglio 2015 in presenza del presidente Luciano D’Alfonso [LEGGI], chiuso poco dopo per l’inverno, rimasto tale per intoppi burocratici.
Sembra quasi una maledizione quella che aleggia sul bosco in località “Caccavone” a ridosso della Statale Trignina. Una volta ospitava il glorioso disco-pub Ramasà, punto di riferimento per tanti giovani nei primi anni 2000, prima che un contenzioso tra Comune – ente proprietario dell’area – e gestore sfociasse in un abbandono pluriennale.
L’amministrazione di Andrea Venosini riuscì così ad aggiudicarsi un bando regionale di 102mila euro di fondi Pit per la “Spettacolarizzazione delle risorse naturali” ai quali si aggiunsero 58mila euro dalle casse del Comune per un parco avventura.
I lavori (eseguiti dalla ditta parcoavventura.it di Biella) si conclusero nel 2013, ma il bando per la gestione andò deserto diverse volte. Alla fine l’unica a rispondere e ad aggiudicarselo nel 2015 fu appunto la Delphinia per 15 anni a un canone di 5mila euro annui. Nel luglio dello stesso anno il taglio del nastro, poi più nulla.
PROBLEMA DI FOSSA – “L’area l’abbiamo presa per lavorarci, non per tenerla chiusa – dice a zonalocale.it Sandro D’Ercole, legale rappresentante della cooperativa – Il problema riguarda l’autorizzazione da parte della commissione Pubblico spettacolo della Prefettura che è stata rilasciata il 21 luglio con alcune prescrizioni”.
Il cavillo riguarderebbe una pozza imhoff: “Dobbiamo cambiare la pozza imhof. Ora ce n’è già una a tenuta che ha tutte le autorizzazioni, ma la normativa prevede che dove ci sono dei corsi d’acqua inferiori a 30 metri non si possao realizzare pozze imohf”: un cane che si morde la coda in pratica. “Ora attendiamo la risposta della Regione al documento preparato dal nostro architetto. Per lavorare con tranquillità abbiamo deciso di ripartire la prossima stagione”.
600 utenti paganti solo nel ferragosto 2015, una media che oscillava tra le 15 e le 30 persone al giorno (senza contare gli utenti non paganti dell’area pic nic) hanno fatto ben sperare nella sorte del parco avventura: “Abbiamo lavorato tutta l’estate – dice D’Ercole – ognuno ha fatto la propria parte. A dicembre dello stesso anno il Comune mi dice con una lettera del responsabile del servizio che non era stata chiusa la pratica di Pubblico spettacolo che riguarda l’agibilità del parco nell’insieme chiedendomi di provvedere. Questa era originariamente un’incombenza del Comune, poi passata a noi. Il 2016 è volato quindi tra scartoffie, riunioni di commissioni, osservazioni e nuovi documenti”.
Oggi nel parco avviene solo l’indispensabile manutenzione; con il Comune si è arrivati a un accordo per posticipare il canone in attes del ritorno all’attività. Il rammarico è tanto quanto la potenzialità dell’area: “Quest’anno ho dovuto rimandare indietro ben 10 autobus (tra questi diverse scuole del territorio) con i quali avevo già preso accordi all’inizio della primavera in attesa della riunione della commissione. Si lavorava. Tra l’altro, com’è nel mio modo di fare, ho cercato di coinvolgere anche alcune attività locali. Ora ci dovremmo finalmente essere per riaprire l’anno prossimo”.
LE ALTRE AREE – “Se devo dire la verità, la questione dell’autorizzazione ci è sfuggita come ufficio o, meglio, ci eravamo avviati abbondantemente prima, ma è una di quelle cose di cui lo Stato si ricorda solo quando fa comodo a lui” ammette oggi l’ex sindaco Andrea Venosini.
Sul precoce taglio del nastro aggiunge: “Pensavo che fosse tutto in regola, per questo abbiamo fatto anche l’inaugurazione. Nel momento in cui ce ne siamo accorti abbiamo comunicato alla ditta di fermarsi. L’iter noi l’abbiamo iniziato prima dell’affidamento, poi hanno chiesto integrazioni e si è perso tempo in una marea di carte”.
L’ex primo cittadino però richiama alla memoria anche l’altro lotto che che nelle intenzioni originali faceva parte di un’unica offerta turistica: “Il problema è anche politico perché lì accanto c’è l’area camper che faceva parte di uno stesso pacchetto insieme al b&b sopra la scuola materna che non è mai stato dato in gestione e che oggi viene usato sporadiacamente. L’area camper ha con piazzole già attrezzate con l’acqua, cartellonistica ecc. Da due anni quest’area è ferma, sono circa 8 ettari. È una zona a forte vocazione ambientale che può essere integrata in modo organico nel parco avventura. C’è una rete sentieristica con postazioni di bird watching che arriva fino a Canneto. Non è stato fatto neanche un avviso pubblico per gestire tutto ciò. Il risultato è che sta marcendo“.