“Quest’anno, le seppie nostrane non si sono riprodotte”. Inoltre, “il problema delle nanoplastiche e delle microplastiche riguarda tutte le specie ittiche. Abbiamo degli studi locali sui mitili. Non sappiamo quanto queste microplastiche possano essere nocive. Di certo sono dei carrier di interferenti endocrini: hanno effetti devastanti, ad esempio, sulla fertilità femminile”. A lanciare l’allarme è Vincenzo Olivieri, presidente del Centro studi cetacei Onlus.
Lo stato di salute del mare abruzzese viene analizzato durante la conferenza stampa convocata dall’assessora all’Ambiente del Comune di Vasto, Paola Cianci, in occasione del terzo anniversario dello spiaggiamento di 7 capodogli sul litorale di Punta Penna, all’interno della Riserva naturale di Punta Aderci [GUARDA IL VIDEO]. “Reti fantasma, che si perdono e non vengono recuperate”, ma anche “la pesca a strascico”, “i rifiuti gettati in mare” e le microplastiche ingoiate dai pesci: “Sono queste – afferma Olivieri – le maggiori cause di spiaggiamento”
L’anniversario – “Precisamente la data è domani 12 settembre, una data – scandisce Paola Cianci – destinata a restare impressa nella memoria della nostra città, che si è contraddistinta per lo spirito di collaborazione manifestato dalle istituzioni, dai tanti cittadini e cittadine che con il loro intervento e spirito di solidarietà hanno consentito di limitare gli effetti negativi di un evento tragico dal risultato straordinario senza precedenti. Ben 4 capodogli spiaggiat su 7, lunghi mediamente 12 metri e pesanti circa 11 tonnellate, sono stati salvati e riportati verso il largo. Il lavoro di squadra è stato il protagonista assoluto: dalla task force del Ministero dell’Ambiente all’intervento immediato sul campo dell’ex sindaco Luciano Lapenna e dell’allora assessore all’Ambiente Marco Marra, del sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale con delega all’Ambiente Mario Mazzocca, della gestione della Riserva (la cooperativa Cogecstre con la responsabile Alessia Felizzi, per noi un presidio di tutela e controllo della Riserva), della guardia costiera, della protezione civile, dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste, del nucleo subacqueo di San Benedetto del Tronto, dell’Università di Padova, dei cittadini vastesi i quali, tutti insieme, si sono uniti in un lungo applauso liberatorio che ha accompagnato anche l’ultimo cetaceo verso il largo.
In questi anni – sottolinea Cianci – abbiamo ricordato la giornata del 12 settembre 2014 attraverso tante iniziative. E’ stato un giorno indimenticabile per la nostra comunità ma, soprattutto, è diventato anche uno stimolo ad aprire una riflessione sulle concause che hanno provocato quello spiaggiamento, e più in generale, lo spiaggiamento delle specie protette, come le numerose tartarughe rinvenute sulle nostre coste negli ultimi anni. E diventa inevitabile affrontare anche il discorso dello stato di salute del mare, che continua ad essere meta appetibile di attività impattanti, come la petrolizzazione”.
In occasione del terzo anniversario dello spiaggiamento, è stato ristampato anche “Il forestiero. Racconto su uomini e balene”, il libro scritto da Stefano Taglioli per raccontare quella giornata.
Tartarughe morte – Nel 2016, di 34 tartarughe morte ritrovate sulla costa abruzzese, 21 si sono spiaggiate a Vasto, dove sono state rinvenute anche le carcasse di due delfini. Nel 2017, su 14 tartarughe e 4 delfini complessivi, il dato degli spiaggiamenti sul litorale di Vasto rimane comunque alto: 10 tartarughe su 14 in totale, 2 delfini su 4 complessivi. I dati vengono forniti da Giuseppe Torzi, direttore del Dipartimento prevenzione della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, secondo cui “non ci sono campanelli d’allarme”.