Capire e conoscere gli animali selvatici, in particolare quelli sottoposti a tutela e presenti nella Riserva Naturale Regionale “Lecceta di Torino di Sangro”, sono i fondamenti delle attività che un’area protetta dovrebbe porre in essere, non solo pensando alle scuole e ai bambini, ma anche con gli adulti, agli appassionati, ma non solo.
“E’ fondamentale l’opera di divulgazione e di diffusione delle conoscenze – dichiara Andrea Natale, direttore della Riserva – sapere e capire sono alla base dei meccanismi per maturare la consapevolezza del perché si tutelano certe specie, sul perché ci sono determinate regole nelle Riserve, sul valore che hanno specie e habitat per la nostra vita e sopravvivenza come specie umana che fa parte dell’ecosistema Terra, di cui non siamo i “padroni”. La conoscenza serve anche a scacciare la paura per ciò che non si conosce – continua Natale – e a smontare le “chiacchere da bar”. Gli animali selvatici fanno paura perché ormai non si conoscono più e non si ha più familiarità con loro, non si sa come comportarsi e non si capisce cosa fare. La Citizen science è importante anche in questo senso e ha diverse altre valenze, ma non può, e non deve – precisa Natale – sostituire le attività di monitoraggio che dovrebbero essere potenziate e finanziate dalla Regione Abruzzo, in particolare alle Riserve Regionali”.
La collaborazione delle associazioni di appassionati e delle società scientifiche è fondamentale sia per la divulgazione, sia per il monitoraggio della biodiversità presente in Riserva. Dal novembre 2013, ad esempio, grazie all’associazione Studium Naturae è possibile inviare segnalazioni riguardanti l’avvistamento di specie animali o che abbiano a che fare con la salute dell’ambiente della Lecceta, come ad esempio la presenza di rifiuti.
“L’ultima segnalazione raccolta – racconta Natale -, compiuta da Luigi Vitale, cittadino appassionato di natura di Torino di Sangro, testimonia e conferma l’ampia presenza dello scoiattolo (Sciurus vulgaris meridionalis) nella Riserva. Questa sottospecie è tipica del centro-sud Italia: è di colore nero con ventre bianco, quindi diversa dal tipico scoiattolo europeo detto anche rosso (Sciurus vulgaris), ma è estremamente simile dal punto di vista morfologico allo scoiattolo meridionale (Sciurus meridionalis) che, grazie a indagini genetiche, è stato recentemente riconosciuto come una nuova specie a se stante, la cui presenza allo stato attuale delle conoscenze è limitata alle montagne calabresi e lucane”.