Domani, nel corso di un incontro a Roma presso l’Osservatorio Risorse Idriche, verrà richiesto di avviare l’iter per la dichiarazione di emergenza nazionale. Lo ha annunciato l’ingegner Emidio Primavera, capo Dipartimento Opere Pubbliche della Regione Abruzzo nell’incontro di oggi in Comune per il Tavolo di crisi per l’emergenza idrica. Farà seguito anche un’apposita delibera regionale. Dall’altra parte, il dottor Silvio Liberatore, responsabile del Servizio emergenze di Protezione civile, ha dato disponibilità per avviare entro mercoledì il piano autobotti per rifornire il potabilizzatore di San Salvo. Secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Arap, infatti, le risorse idriche (comprese quelle destinate alla Sasi per uso potabile), senza ulteriori interventi, dureranno al massimo fino a venerdì. Questo il desolante quadro emerso nella riunione di oggi in comune, con la partecipazione dei sindaci di Vasto, San Salvo e Montenero di Bisaccia e i vertici Arap, Protezione civile regionale, Sasi e Consorzio di Bonifica Sud, relativamente alla situazione idrica del Trigno e della diga di Chiauci, che rifornisce zona industriale e Marina di San Salvo e Vasto Marina, sia per quanto riguarda l’acqua a uso industriale che la potabile. Da venerdì è il potabilizzatore di San Salvo a rischiare di rimanere a secco. Diversa la situazione per la parte alta di Vasto e San Salvo, che prendono l’acqua dalla Sorgente Verde di Fara San Martino, con una rete però sostanzialmente insufficiente per le potenzialità della stessa sorgente.
“L’emergenza che colpiva alcuni condomini – ha dichiarato il sindaco Francesco Menna – ormai è diventata un problema di tutta la comunità e interessa i comuni di Vasto, San Salvo e altri comuni del Vastese. Non piove da settimane, i consumi sono aumentati per la grande presenza di turisti e la dispersione idrica si attesta sul 50%. Tutto questo ha prodotto una crisi senza precedenti“. Due gli interventi principali richiesti dal sindaco: l’ampliamento della diga di Chiauci e il raddoppio del potabilizzatore di Altino. Intanto l’appello ai cittadini: “In un momento delicato come questo è oltremodo necessario non disperdere questa importante risorsa, impegnarsi per un utilizzo misurato e rispettoso delle principali necessità alimentari e igienico sanitarie, senza dispersioni in attività non necessarie”.
“Dopo le crisi del 2008, 2013 e 2014 è triste trovarsi ancora qui ad affrontare una situazione del genere” ha aggiunto il sindaco Tiziana Magnacca. “Significa che come istituzioni abbiamo fallito. Dobbiamo alzarci da questo tavolo con una soluzione che non ci faccia trovare l’anno prossimo nella stessa situazione”.
Presente per la Prefettura di Chieti il dottor Giovanni Giove che ha espresso le preoccupazioni e la vicinanza del Prefetto di Chieti ai comuni coinvolti nella crisi: “Siamo tutti d’accordo sul fatto che non è tollerabile che una situazione simile si verifichi ancora. Occorrono investimenti efficaci e urgenti che ci permettano di smetterla di parlare di emergenze”.
A spiegare il fulcro del problema, l’ingegner Primavera del Dipartimento Opere pubbliche: “La diga di Chiauci distribuisce 1650 litri al secondo ad Abruzzo e Molise. Degli 825 litri dell’Abruzzo 625 sono per uso irriguo e 200 per uso industriale e potabile (80 litri)”. Come spiegato dall’amministratore unico dell’Arap, Giuseppe Cellucci, però, con la diga a secco [LEGGI QUI] la distribuzione è garantita solo fino a venerdì prossimo (già dai prossimi giorni, però, gli 80 litri al secondo subiranno una riduzione)”.
Da qui l’intervento indispensabile del Servizio emergenze della Protezione civile regionale che, con il responsabile, il dottor Silvio Liberatore, ha dato disponibilità di iniziare i rifornimenti con le autobotti presso il potabilizzatore di San Salvo da dopodomani: “Ci sono a disposizione anche i mezzi dell’esercito – ha precisato Liberatore – ma ovviamente c’è da capire che fondi ci sono per pagare carburante, vitto e alloggio ai militari e quant’altro”.
Nelle parole del commissario del Consorzio di Bonifica Sud, il dottor Franco Amicone, invece, l’importanza di concludere i lavori delle diga di Chiauci: “Sono stati appaltati lavori per 15 milioni di euro e con il Masterplan con feroce determinazione dobbiamo perseguire la conclusione dei lavori per il 2020”.
“Fino all’ultima goccia” ha chiesto invece il presidente della Sasi, Gianfranco Basterebbe: “In una situazione come questa, dispiace per gli operatori turistici e le industrie, ma occorre innanzitutto garantire l’acqua ai cittadini. Gli 80 litri al secondo garantiti finora hanno già dato i problemi che conosciamo, figuriamoci se diminuiscono”. Quindi il monito: “Ho dato disposizione a ricoprire questo incarico gratuitamente, ma è chiaro che se non si avviano opere che garantiscono che l’anno prossimo non ci ritroveremo nelle stesse condizioni, torno felicemente a fare il pensionato”.
“Se l’Arap dice che c’è acqua fino a venerdì – ha aggiunto D’Ippolito della Sasi – per noi l’emergenza è già oggi. Già su Vasto chiudiamo alle 4 del pomeriggio fino alle 6 di mattina, mentre a Vasto Marina (per questioni di pressione non possiamo chiudere completamente) riduciamo di oltre il 50% dalle 10 di sera alle 6 del mattino. Non è più questione di razionalizzazione, perché se perdiamo in pressione rischiamo di lasciare a secco diverse zone”.
Insomma, salvo imprevisti aiuti di Madre Natura, nei prossimi giorni la crisi idrica dovrebbe essere destinata ad aggravarsi. Per sopperire alla mancata erogazione dalla diga, infatti, secondo i tecnici Arap servirebbero 115 autobotti al giorno, un servizio sostanzialmente impossibile da garantire, considerate le 24 ore giornaliere e i tempi tecnici di carico, scarico e viaggio (sebbene l’acqua verrebbe caricata nella zona tra Casalbordino e Torino di Sangro), come sottolineato dal presidente del Consiglio Giuseppe Forte, presente alla riunione: “In attesa di capire come ciò sarà possibile – ha concluso il presidente – l’auspicio è che si realizzino investimenti strutturali che evitino il ripetersi di questa situazione”. Interventi strutturali che potrebbero arrivare grazie all’eventuale dichiarazione di stato di emergenza nazionale. Come spiegato dall’ingegner Primavera, infatti, i fondi dell’emergenza possono essere utilizzati anche per opere infrastrutturali, legate però all’emergenza in atto. Stando così le cose, il completamento della diga di Chiauci potrebbe essere benissimo considerato “emergenza nazionale”. E fallimento della politica.