Un scenario spettrale è quel che resta dopo il passaggio delle fiamme sulle sponde del fiume Treste. L’incendio di domenica scorsa [LEGGI] ha tenuto al lavoro due squadre di vigili del fuoco (Vasto e Gissi) e una di protezione civile (la “Valtrigno” di Monteodorisio) per diverse ore. Solo nel primo pomeriggio il rogo è stato completamente domato quando le fiamme avevano raggiunto ormai contrada “Canaloni” in territorio di Lentella.
Nella vegetazione del tratto andato in fumo trovavano riparo diverse specie animali di piccola taglia tra cui volpi, fagiani, tassi, poiane e gheppi. Non mancavano, poi, i cinghiali. Forse chi ha agito – perché sull’origine dolosa ci sono pochi dubbi – lo ha fatto con quella assurda logica di scacciare via gli ungulati con il fuoco che non sarebbe nuova nel territorio. La zona, a detta di diversi cacciatori, offriva un riparo diurno a un branco numeroso di questi animali.
L’altro dubbio riguarda il numero dei roghi. Domenica mattina ne sono partiti almeno due: uno sul costone al di là della strada della fondovalle in territorio di Cupello (già interessata da un incendio nelle scorse settimane), l’altro sulla sponda destra del Treste. Il fuoco è poi, come detto, arrivato in contrada “Canaloni”, ma nel mezzo ci sono i 30-40 metri del letto del fiume: una barriera naturale difficile da oltrepassare in assenza di vento forte come domenica scorsa. Sulla sponda sinistra è possibile osservare come le fiamme siano partite nel primo tratto di vegetazione disponibile.
Dubbi a parte, oggi, dopo il passaggio delle fiamme, resta l’ennesimo sfregio al patrimonio naturale del Vastese quest’anno messo a dura prova.