“In riferimento al comunicato stampa a firma di Gabriella D’Angelo supportato dai partiti PSI San Salvo-Circolo PD San Salvo-Citta Futura [LEGGI QUI], vorremmo rispondere che è vero, non si può fare disinformazione su un argomento così delicato come quello dell’immigrazione. Abbiamo affermato in più occasioni che il nostro problema non sono i migranti, ma le cooperative che su di essi lucrano, basti ricordare che il nostro striscione che non accennava in alcun modo ai migranti, ma alle cooperative che gestiscono le loro vite ‘San Salvo non sarà ostaggio del vostro business'”. Così da CasaPound Italia, che prosegue: “Che lucrino non ci sono dubbi, come ha ben spiegato la dottoressa, che per farlo ha annoverato i suoi numerosi titoli. Infatti la gran parte dei 35 euro che lo Stato italiano stanzia vanno proprio alle cooperative, solo 2.5 euro ai migranti. Vogliamo contraddirla però riguardo alcune cifre da lei elencate, quelle relative ai costi sostenuti che purtroppo non sono coperti da tutta l’Unione Europea così come dovrebbe essere, ma solo in minima parte, così come è ben scritto nella relazione che accompagna la Legge di stabilità 2017. Ebbene è ben evidente a pagina 45, come l’Italia abbia sostenuto negli ultimi 3 anni ben 9.4 miliardi di euro al netto come dicevamo dei fondi UE, per fronteggiare l’emergenza migranti. I costi come tiene a specificare il ministro Padoan sono dovuti principalmente alle operazioni di soccorso e trasporto dei migranti 881 milioni nel 2016, 250 milioni in spese sanitarie, 89 milioni in stipendi del personale. Ma come scrive la Banca d’Italia nella sua ultima relazione annuale e non in un post su FB come lei afferma citando le nostre fonti, le spese maggiori sono dovute ai ‘lunghi tempi di permanenza nelle strutture di accoglienza per l’adempimento delle procedure di riconoscimento dello status di rifugiato’. L’Italia accoglie un numero esiguo di rifugiati e profughi? È vero, molti di loro preferiscono andare in altri Paesi europei, che offrono maggiori possibilità lavorative, come hanno ben compreso anche i nostri figli”.
“Il danno maggiore – proseguono da CasaPound – è dovuto ovviamente alle solite lungaggini burocratiche italiane, lungaggini che però a ben vedere vanno ad avvantaggiare coloro che sono chiamati a sostenere i richiedenti asilo fino a quando l’iter burocratico che li interessa non arriva a termine. Un iter burocratico che rientra in quell’assistenza legale che tutti noi paghiamo, perchè rientra tra i servizi finanziati da quei famosi 35 euro, che servono appunto anche a pagare gli avvocati. È vero le cooperative producono lavoro, per assistenti sociali, psicologi, facilitatori multiculturali, avvocati, ma sinceramente vorremmo che queste professionalità servissero alla crescita economica del nostro Paese, una crescita che però non passi dallo sfruttamento di questa povera gente, che attraversa deserti e mari in cerca di una vita migliore, ed invece si ritrova per anni a dover rimanere ‘reclusa’ in centri di ‘accoglienza’ a rimpolpare le tasche di queste cooperative. Semplicemente non vorremmo che il nostro Paese si trasformasse in un enorme centro di accoglienza, certi come siamo che ci siano altre soluzioni tra l’ingresso indiscriminato e la morte in mare di questa povera gente. No, non la reputiamo accoglienza ma sfruttamento, non crediamo nella vostra ‘solidarietà’ saccente ed arrogante, crediamo nell’integrazione, ma quella che si sta creando è vera integrazione? Ragazzi che vengono tenuti in strutture ai margini, in ghetti, che lavorano i nostri campi, vittime di un caporalato a cui nessuno ha il coraggio di opporsi o denunciare, neanche quei sindacati pronti a battersi il petto quando sono i sindaci a scendersi in piazza urlando ‘solidarietà’, ma pronti a chiudere gli occhi davanti allo sfruttamento a tutti evidente di questi lavoratori di serie C! La invitiamo a leggere anche altri dati rispetto a quelli da lei citati inerenti le migrazioni. Lei parla di rifugiati, di profughi, tra questi non sono annoverati i migranti economici, che rappresentano l’80% degli arrivi sulle nostre coste, quelli a cui, vista negata la richiesta di asilo, si consegna un foglio di via e da quel punto in poi scompaiono nel nostro Paese divenendo ‘clandestini’, andando a rafforzare la criminalità organizzata. Tra le percentuali che lei definisce minime presenti nel nostro Paese questi uomini e queste donne, non sono censiti. La sua dunque è una visione non solo di parte ma piuttosto distratta e carente. Ci farà piacere discutere con lei e leggere i suoi dati, quelli in cui afferma quanto il lavoro dei migranti incide positivamente sul PIL nazionale, ma citerei anche l’ammontare delle rimesse dei migranti ai loro Paesi di origine che nell’ultimo rapporto del Pew Research Center, ripresi dal Sole 24ore, circa 15 miliardi di dollari sono usciti dall’Italia fino al 2016, diretti in varie nazioni, le basterebbe passeggiare tra le strade della nostra città ed osservare quanto lavorano i punti in cui ci sono i cosiddetti money transfer, lì c’è sempre una gran folla. Ma d’altronde è quello che fecero i nostri migranti andando a lavorare in nazioni ricche, aiutando a far crescere il nostro Paese in un momento di crisi dal dopoguerra ai primi anni ’70 quando l’industrializzazione cominciò a galoppare anche in Italia, ma l’Italia oggi può esser definita una nazione ricca?”.