Il piatto tipico di Vasto sono le Crêpes con la Nutella. La Notte Bianca a giugno è stato un buco nero. Il pontile di Vasto Marina è in disarmo e si cercano munifici finanziatori privati. La raccolta della spazzatura alle quattro del mattino è fastidiosa, pertanto i cittadini si propongono di sostituirsi agli operatori, ma chiedono la scopa di ordinanza alla ditta incaricata. Le Terme Romane di Vasto vantano i mosaici più grandi dell’Adriatico, ma se vuoi vederle, devi tornare a scuola!
Mi hanno sempre detto che ho una fervida fantasia. Non avevo messo in conto che la realtà, però, può spingersi molto più in là e questa settimana mi ha messo a dura prova. Io mi ero concentrato su argomenti che ritenevo di grande rilievo per proporli alla pubblica attenzione sullo spazio che mi viene dato in questa testata. I terribili dati sulla disoccupazione in Abruzzo… L’accoglienza dei migranti nei nostri centri… Le parole di Papa Francesco sui rapporti intergenerazionali, pensioni d’oro e disoccupazione giovanile…
Invece nulla da fare! La realtà ha preso il sopravvento e ha riempito le testate locali di notizie inattese che sono rimbalzate sui social e che hanno occupato lo “spazio pubblico”. Fatti di cronaca che sembrano uscire da una riedizione di “Peppone e Don Camillo”, piuttosto che dalla cronaca di un’estate abruzzese del ventunesimo secolo. Allo stesse tempo, se questi sono gli argomenti che infiammano il pubblico di Vasto, non si possono eludere ed è giusto commentarli con lo spirito proprio di questa rubrica “Zonaglobale”: i fatti del territorio visti da una prospettiva non diciamo per forza “globale”, ma almeno un po’ più distante…
Le prime avvisaglie di come sarebbe stata la settimana le ho avute sabato scorso. Era il giorno della messa in onda del servizio di Linea Blu dedicato a Vasto. Poco dopo la trasmissione, mi chiama un amico dal Salento. Uno che non è mai stato a Vasto e a cui piace dire che il loro mare noi ce lo sogniamo. Bene, mi chiama per dirmi cosa? Avete capito! “Ma quant’è bella Vasto, non pensavo!”. Però poi mi dice: “Quasi quasi vengo a trovarti appena scendi giù. Così mi porti a vedere i mosaici delle Terme. Non ne avevo mai sentito parlare, sono bellissimi!”.
E cosa dovevo rispondergli io? “Guarda, non venire, tanto le terme sono chiuse”? “Aprono solo qualche sera in estate grazie agli studenti volontari del FAI”? No, non me la sono sentita. Non me la sono sentita di spiegargli che le Terme Romane sono gestite direttamente dalla Sovrintendenza e non dal Comune perché in passato, a quanto mi dicono, fra questi due enti ci sono stati dei dissapori relativi alla gestione di altri beni museali. Non me la sono sentita di dirgli che non c’è alcun progetto di valorizzazione del sito e che lo stesso, dopo gli scavi di venti anni fa, si sta oggettivamente deteriorando per l’inadeguatezza della copertura e della manutenzione.
Ho svicolato dalla questione dicendogli semplicemente che fino ad Agosto non torno a Vasto e l’ho invitato per una di quelle sere, sperando che qualche studente e qualche encomiabile volontario continui ad aver voglia di tenerle aperte per qualche ora.
Il mattino dopo, la notizia che faceva da banco era la polemica sull’esito della “Notte Bianca” giunta alla sua ottava edizione, la prima organizzata a Giugno. Con grande stupore di alcuni organizzatori, per la prima volta decisamente sottotono rispetto agli anni precedenti. Sui giornali e sui social, però, l’apprezzamento dei tanti che criticavano le precedenti edizioni per il troppo frastuono, la troppa birra e, soprattutto, gli esiti diuretici di tali consumi etilici. Neanche una riflessione sul significato dell’evento (o sulla sua mancanza di significato). Eppure dovrebbe essere evidente che, se si organizzano manifestazioni pubbliche nel centro storico quando la città è popolata dai suoi 40mila abitanti, più qualche centinaio di turisti, l’afflusso non potrà essere paragonabile ad un evento organizzato quando le presenze dei vacanzieri portano la popolazione cittadina a superare i 100mila abitanti!
Però, delle due l’una: o la Notte Bianca serve a portare a Vasto chi sta soggiornando in hotel e villaggi della riviera e che altrimenti non la visiterebbe, oppure serve a destagionalizzare il turismo. Nel primo caso è evidente che vada fatta a Luglio o, magari, anche ad Agosto. Nel secondo caso, meglio cambiare programma perché un evento di questo tipo non aumenta da solo le presenze turistiche neanche di un’unità (trovatemi anche una sola persona che venga in vacanza soggiornando a Vasto proprio perché c’è la Notte Bianca!).
La settimana è proseguita con la simpatica polemica dell’architetto Francescopaolo D’Adamo (ex assessore alla cultura e grande animatore dei gruppi social cittadini) contro la Pulchra Ambiente. In una lettera all’ente, ampiamente pubblicizzata e condivisa, D’Adamo ha chiesto di avere una scopa di saggina e un’adeguata scorta di sacchi per potersi occupare in autonomia della pulizia del tratto di strada in cui abita.
Da buon maestro del camouflage (appare spesso ritratto come Cesare Michelangelo D’Avalos nella rievocazione del Toson d’Oro), il nostro vulcanico architetto ha dichiarato nella sua missiva di non avere alcun spirito polemico. A tutti i lettori è apparso invece ovvio che tale dichiarazione non servisse ad altro che a rafforzarne l’intento di denuncia. Detto al di fuori dai denti: “La Pulchra prima non mi faceva dormire, ma adesso addirittura non pulisce”. Proprio nel centro storico e proprio adesso che sta iniziando la stagione turistica.
Anche in questo caso, sembra che il nostro Francescopaolo abbia intinto la penna nello stesso inchiostro di Guareschi. Ce lo vedete voi, di buon mattino, intento a ramazzare di fronte all’uscio di casa con una bella scopa da netturbino “old-style”? Se lo facesse davvero, pagherei il biglietto per vederlo, così come lo avrei pagato volentieri anche per leggere la sua lettera, che è un piccolo capolavoro di ironia.
Rimane però il fatto che non siamo a Brescello nel secondo dopoguerra, ma a Vasto, circa 60 anni dopo.
In ogni caso, anche la simpatica lettera dell’arch. D’Adamo, in quanto a vis comica, nulla ha potuto con l’effetto (questa volta involontario) dell’annuncio fatto dal Comune per reperire sponsorizzazioni private per i 98.500 euro necessari a rifare l’assito e a cerchiare i pilastri del pontile che adorna la spiaggia di Vasto Marina. I commenti divertiti, le prese in giro e le facezie non si sono fatte attendere su questa “improvvisa necessità” dell’amministrazione che, già lo scorso dicembre aveva annunciato che il pontile sarebbe stato rinnovato entro Pasqua.
Purtroppo in questo caso c’è ben poco da ridere. L’attuale amministrazione paga errori non suoi, dato che il pontile attuale ha circa venti anni e, quando è stato realizzato, non si è pensato a come potesse degradarsi e arrivasse a richiedere così onerose manutenzioni. Sulla possibilità di reperire sponsorizzazioni private (come aveva già fatto il comune di Roma per il restauro del Colosseo…), ho dei seri dubbi che il Comune di Vasto possa avere successo. I tempi delle sponsorizzazioni istituzionali (es. quelle delle fondazioni bancarie) sono finiti e soggetti interessati a questo tipo di promozione indiretta sono ben pochi. Molto grandi e sicuramente interessati a beni di ben altra levatura rispetto al nostro pontile.
Spero di sbagliarmi, ma questa situazione potrebbe essere più complessa da risolvere di quanto si immagini. Innanzitutto per l’importo dei lavori, che non è elevatissimo, ma di sicuro non è alla portata di uno sponsor “locale”. In secondo luogo perché si tratta comunque di un investimento di tipo estetico, direi quasi “voluttuario”. Non è un’infrastruttura, non fa neanche parte della viabilità secondaria (come può dirsi di un lungomare). Non vorrei che nei prossimi anni l’amministrazione dovesse chiedersi se conservare un’opera che, lasciata andare a se stessa, potrebbe diventare un simbolo di sciatteria, oltre che un potenziale pericolo.
Se tutto questo non era bastato, ecco però arrivare lo scorso mercoledì la notizia che Vasto sarà rappresentata all’evento Prodotto Topico, previsto per il prossimo 22 luglio a Casalbordino, dalla sua tipica specialità: le Crêpes alla Nutella!
Di fronte ad un’enormità del genere, c’è ovviamente chi ha gridato allo scandalo e se l’è presa (anche questa volta) con l’amministrazione, ritenuta colpevole non solo di aver rinunciato ad ospitare l’evento (che aveva avuto grande partecipazione di pubblico negli ultimi due anni a Vasto), ma anche di aver permesso lo scempio di una tale rappresentazione della nostra gastronomia. Un dolce francese (e anche un po’ piemontese, vista la Nutella…) che debba rappresentare la tipicità di Vasto? Riccio De Parma è già lì che si rivolta nella tomba!
Eppure, anche in questo caso, all’amministrazione non si può rimproverare nulla, se non il fatto di aver respinto la proposta fatta per questo anno dall’associazione promotrice della kermesse mangereccia. I motivi del mancato rinnovo non sono noti (l’evento, pur se accolto con favore dal pubblico, aveva anche suscitato negli scorsi anni numerose critiche). Di sicuro, appare solo il fatto che gli organizzatori non devono averla presa molto bene, se hanno voluto omaggiare la nostra Vasto di questo non gradito riconoscimento alla sua “topicità”…
Certo che a leggere i manifesti affissi per le strade di Casalbordino, sembra proprio di ripiombare ancora una volta in una ripicca degna di Peppone e Don Camillo. Solo che questa volta non si tratta di un Peppone della bassa emiliana, ma di un Peppone che sembra parlare il nostro dialetto:
Vasto: schàtte e crêpes (alla Nutella)!
P.S. A conclusione di questo articolo, intendo ringraziare sentitamente la folta comunità di cinghiali del vastese per non essersi manifestata come già aveva spesso fatto in passato. Dopo una settimana così intensa, la foto del cinghiale sotto l’ombrellone non l’avrei retta!