A undici mesi dall’arresto, torna in libertà R.L., 58 anni, uno dei due accusati di aver maltrattato gli anziani ospitati in una casa famiglia di Vasto. La Corte d’Assise di Lanciano ha, infatti, accolto l’istanza presentata dagli avvocati difensori, Alessandra Cappa e Antonello Cerella, per la revoca dei domiciliari e la remissione in libertà. “Sono venute meno – dice Antonello Cerella – le esigenze di custodia cautelare”. In corso il processo scaturito dalla indagini condotte dalla Procura e dai carabinieri di Vasto.
Il processo – Quattro dischetti contenenti le intercettazioni ambientali. Diciannove testimoni per l’accusa, rappresentata in aula dal pm Gabriella De Lucia, altrettanti per la difesa. Sono le prove ammesse dalla Corte d’Assise di Lanciano nel processo contro le due persone arrestate lo scorso anno perché accusate di aver maltrattato gli anziani di una casa famiglia di Vasto di G.C. 40 anni, ed il convivente R.L., 58. Devono rispondere di quelli che gli inquirenti hanno definito “atti di violenza fisica e psicologica”, segnalati da persone che hanno raccontato agli investigatori di aver assistito ai maltrattamenti e consentito l’avvio delle indagini.
Nell’udienza di questa settimana, si sono costituite tre parti civili: tre anziani che ai loro avvocati, Luigi Masciulli, Fiorenzo Cieri e Alessio Mucci, hanno raccontato di essere stati minacciati e offesi con frasi ingiuriose e hanno deciso di chiedere il risarcimento dei danni in caso di condanna dei due imputati.
Il blitz era scattato il 21 luglio 2016, quando i carabinieri della Compagnia di Vasto avevano eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Vasto su richiesta della Procura al termine dell’inchiesta condotta da magistrati e militari con l’ausilio delle intercettazioni telefoniche e video ambientali registrati da telecamere posizionate dai carabinieri all’interno della casa famiglia L’Arcobaleno di via Giambattista Vico. Non furono forniti i nomi degli arrestati per proteggere la privacy delle vittime.
I due responsabili della struttura sono accusati di concorso in maltrattamenti, lesioni volontarie, aggravate dall’essere il fatto seguito dalla morte della persona offesa e abbandono di incapaci con le aggravanti di aver agito per futili motivi e aver adoperato sevizie. Il processo di svolge dinanzi alla Corte d’Assise di Lanciano, composta dalla presidente, Marina Valente, dal giudice a latere, Andrea Beli, e dai 6 giudici popolari. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonello Cerella, Alessandro Orlando e Alessandra Cappa.
Nella prossima udienza, fissata per il 14 luglio, verranno interrogati i primi sei testimoni della lista del pubblico ministero.