“Adesso, senza perdere altro tempo, occorre lavorare sodo per una variante che risolva le tante incongruenze e i tanti difetti del Piano spiaggia appena approvato”. Edmondo Laudazi (Il Nuovo Faro) e Davide D’Alessandro (Vastoduemilasedici), quest’ultimo al rientro in Consiglio comunale dopo le dimissioni di Nicola Del Prete, spiegano perché hanno votato a favore del Piano del demanio marittimo.
“Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione del Piano demaniale marittimo comunale. Il nostro voto favorevole non si è aggiunto in maniera matematica e acritica a quello formulato dai consiglieri di maggioranza, ma ha voluto, anche attraverso interventi durissimi, colmare un vuoto non più accettabile e procrastinabile. In Aula abbiamo ricordato e denunciato i tanti colpevoli ritardi, soprattutto dell’Amministrazione Lapenna che, tra promesse non mantenute, lungaggini burocratiche e scuse accampate, non ha saputo dotare la città di un Piano tanto atteso. Ora, la recente sentenza del Tar ha svegliato dal torpore l’amministrazione Menna e le ha imposto l’accelerazione. Non è certamente il Piano che avremmo voluto, ma se è stato irresponsabile, per una classe politica inefficiente, perdere tanto tempo, sarebbe stato altrettanto irresponsabile voltarsi dall’altra parte e non contribuire ad approvarlo. Vasto, senza il cosiddetto Piano Spiaggia, non sarebbe Vasto e lo stesso non può essere lasciato nelle mani della sola maggioranza. Adesso, senza perdere altro tempo, occorre lavorare sodo per una Variante che risolva le tante incongruenze e i tanti difetti di quello appena approvato”.
D’Elisa: “Mi sono astenuto per senso di responsabilità” – “Per quanto mi riguarda e solo per senso di responsabilità istituzionale,
insieme ad altri colleghi, mi sono astenuto nel votare contro ad una pianificazione demaniale frutto delle scelte e dell’indirizzo della vecchia maggioranza a guida Lapenna-Menna, che ha visto come unico risultato avere osservazioni, ricorsi e sospensive da parte del Tribunale amministrativo regionale”, commenta Alessandro D’Elisa, consigliere comunale del Gruppo misto, che propone subito una variante “che raccolga gli indirizzi della normativa regionale e le irrimandabili esigenze strategiche di sviluppo del territorio che potranno fornire sicuramente occasioni occupazionali per i nostri giovani”.
Il Piano, approvato a distanza di sei anni dal primo, parziale via libera, “non è adeguato ed aggiornato rispetto al vigente Piano del demanio marittimo regionale”. Secondo D’Elisa, serve “una pianificazione più attenta e lungimirante che tenesse in considerazione, non solo le esigenze di Vasto Marina, ma di tutta la zona d’intervento fino all’area Sic, per intenderci da San Nicola alla Grotta del Saraceno. Il piano approvato non prevede nulla per quella zona, lasciando l’intero tratto come Zona Libera, dimenticando completamente che ci sono in essere molte attività turistiche ricettive e molte potrebbero inserirsi. In quella meravigliosa zona deve prevedere cosa fare, anche rilasciare concessioni di tratti di spiaggia a ciottolame e favorire strutture inserite e rispettose dell’ambiente ma che siano ricettive e qualificanti del territorio e del suo pregio in modo da fare un doppio salto in avanti nel settore turistico ricettivo, insomma, ricevere, ancor prima che dalla strada, dal mare i turisti che amano la zona della scogliera e la zona della riserva di Punta Aderci”
Bilancio, le critiche di Laudazi – Pesante il giudizio di Laudazi sul rendiconto consuntivo, che ieri è passato a maggioranza. Prendendo la parola nell’Aula Vennitti, il leader della lista civica Il Nuovo Faro ha attaccato: “Questo è un consuntivo approvato in Giunta il 12 aprile e redatto da un consulente contrattualizzato solo a maggio”.
“Nel settore dell’edilizia scolastica, riguardo alle procedure di accertamento della vulnerabilità sismica delle scuole, non avete fatto niente. Non abbiamo progetti depositati”, ha polemizzato Laudazi. “Per la viabilità, è stato fatto zero. Basta uscire dal percorso del Giro d’Italia per capire come sono ridotte le strade. Per le opere pubbliche: zero. Non avete terminato neanche quelle opere la cui conclusione sembrava a portata di mano”.