Due giorni per riscoprire la vita di paese e calarsi nei panni di incoraggiatori militanti facendo da lievito alla voglia di tornare ad abitare questi luoghi. Si è conclusa ieri a Tufillo la due giorni di laboratori di “paesologia” del poeta e scrittore Franco Arminio, evento inserito all’interno dell’open day Abruzzo Summer 2017 e facente parte del progetto di più ampio respiro “Riabitare il futuro” (nel fine settimana, sempre a Tufillo, sono previste le iniziative a cura dell’associazione Musica in crescendo e Civico 0 di San Salvo con letture e musica).
L’iniziativa nel primo giorno ha toccato anche Dogliola, dove i partecipanti sono tornati a vivere momenti “ormai dimenticati come un pranzo collettivo dai ritmi lenti”.
I paesi sono destinati a scomparire? Questa è la domanda di fondo. Per Arminio non è così. “Le zone interne hanno subito saccheggi – ma tutti hanno gli stessi diritti. Non è vero che moriranno: lentamente, nei prossimi anni, la tendenza di invertirà: le coste sono già piene e ci sarà un ritorno all’entroterra anche per motivi climatici ed economici. La storia è un pendolo. I paesi sono luoghi che regalano intensità; luoghi e persone che lo fanno sono da benedire”.
“L’obiettivo è fare da lievito alla voglia di vivere il paese”, ma la ricetta qual è? Innanzitutto svestire i panni di quello che lo scrittore pugliese ha definito “scoraggiatore militante che usa una lente che ingrandisce i problemi e rimpicciolisce i fattori positivi”, coloro che vedono con negatività ogni aspetto della vita del paese.
“Dobbiamo invece essere – ha detto – incoraggiatori militanti per introdurre politica della gioia. Con questa iniziativa non abbiamo cambiato il mondo, ma almeno la giornata sì: è tanto, poco?”
Di diversa provenienza i partecipanti alla due giorni; non sono arrivati solo da luoghi vicini come Vasto, San Salvo e dal Molise, ma anche da Como e altri parti d’Italia. Una mescolanza e una diversificazione di culture che hanno dato vita anche a confronti dialettali sui testi poetici di Arminio.
Bilancio positivo per il primo cittadino tufillese Ernano Marcovecchio: “Abbiamo fatto scoperte interessanti nonostante i nostri comuni distano solo 3 km. Il paese regala sensazioni che rendono questi luoghi diversi da altri contesti urbani, è uno stato d’animo che non può essere riprodotto in una città e che induce a certi sentimenti”.
“Il paese è un’altalena di avvilimento (pensate ai periodi più difficili durante i quali viverci, tipo l’inverno) e sollievo – ha concluso Arminio – L’idea alla base di questi laboratori è incrociare intimità e distanza per comprendere la realtà paesana. I luoghi stanno morendo, ma sono tutto quello che abbiamo”.