Oramai funziona così. Dopo la Pop Art e la Pop Music, ecco la Pop Politik. Non è che non sia mai esistita, infatti la Politica o è popolare o non è, ma se prima il suo obiettivo lo si poteva immaginare rappresentato dal render “masticabile”, per tutti, linguaggio o di argomenti ostici, oggi essa diventa mero strumento per l’acquisizione del consenso.
E’ il marketing a sovrintendere al rapporto partiti/elettorato ed il marketing dice che, per prendere voti, è indispensabile cavalcare quei temi sui quali, in un particolare momento, più alta è la sensibilità pop…olare. Si tratta, poi, di scegliere un target al fine di sparare messaggi di proselitismo sul mucchio più grande, poiché, su di un qualsivoglia tema, c’è chi è a favore e chi è contro. Di esempi ve ne sono tanti: pro o contro l’immigrazione, pro o contro l’aborto, pro o contro gli organismi geneticamente modificati, pro o contro la manipolazione genetica, pro o contro la caccia, pro o contro la carne ed i suoi derivati e mille altri ancora.
Più è grande il target di riferimento, più l’azione politica potrà aver successo in termini elettorali. A poco vale l’ispirazione a principi e valori di fondo che pur, nel passato, avevano indirizzato le scelte; superando personali contraddizioni ed imbarazzi, si preferisce premiare la forza politica il cui messaggio appare raccogliere il più diffuso e cogente sentimento, così accettando l’effetto della sua suggestione.
E’ la nuova rappresentazione della “cultura di massa”, intesa quale insieme di pratiche condivise dalle fasce sociali più ampie, non più sostenute da aspetti riferibili a dottrine o ideologie del passato bensì riferibili a fatti concreti di vita, a fronte dei quali, sempre più ispirati da contenuti imposti dai mezzi di ampia comunicazione, si decide quale forza politica prediligere.
Scomparse, così e per molti, le vecchie distinzioni e separazioni tra Destra e Sinistra, che pur apparivano rappresentative di categorie dello spirito a cui sentir di appartenere, le proprie scelte politiche sono oggi ispirate ad un esasperato pragmatismo, aspetto sul quale i partiti fanno leva per accrescere i consensi. Nasce così la “politica dei temi”, quella basata sull’osservazione del contingente, ed è di questa che ci si avvale al fine dell’individuazione di quella che un tempo si sarebbe chiamata “linea politica” ma che oggi è soltanto esercizio di pura demagogia. Nascono così i moderni Cavalli di Troia, buoni soltanto ad aprire le Porte di Ilio; contenitori, cartoni, pacchi elettorali il cui collante è un tema (oggi sentito, domani chissà) avvertito da una popolazione suggestionata ad arte.
Vengono così offuscate le vere, enormi questioni che affliggono la nostra decadente società, quelli che gettano un’ombra oscura sul futuro dei nostri figli; così vengono distolte energie per la ricerca di soluzioni di fondo a problemi che, intanto, diventano epocali.
Sempre meno l’attenzione delle moderne forze politiche è rivolta ad individuare programmi ed interventi strutturali e la popolazione resta plagiata da messaggi il cui obiettivo è soltanto quello di catturar simpatie, senza dar soluzioni. I temi del giorno sui quali si discute nelle piazze ed in TV: moneta unica, accoglienza, reddito di cittadinanza, 80 Euro una tantum, misure spot sulla sicurezza ed… olio di palma vengono utilizzati e branditi per animare un dibattito politico artefatto (cfr: fatto ad arte). E gli interventi di seria e vera prospettiva politica? Quelli son delegati ad altri e la popolazione ne è estranea, qualunque sia il suo voto.
Un ultimo esempio, di cui si sentiva la mancanza per avvalorare quanto qui sostenuto ed i cui prodromi abbiamo avuto modo di conoscere nel periodo pasquale: foto di teneri agnellini adottati da esponenti della politica italiana, così a simboleggiare il loro salvataggio da morte certa. Il tema è parso così avvertito da una popolazione assetata di verità assolute, da rendere indispensabile la nascita di un Partito, la cui forza elettorale è valutata tra il 5 ed il 10%, un Movimento Animalista che tuteli esseri inconsapevoli che non voteranno ma che, per il marketing che legge nei nostri cuori, rappresentano la più alta espressione di “Pop Politik”!