I costi della raccolta differenziata a carico dei cittadini saranno valutati dalla Commissione di Vigilanza.
L’organo di controllo del Consiglio comunale dovrà accertare se i compensi che la Pulchra spa percepisce dal Comune di Vasto sono eccessivi, come afferma il Movimento 5 Stelle nella relazione presentata da Marco Gallo nella scorsa seduta.
Tre audizioni all’ordine del giorno della Commissione, convocata dal presidente, Vincenzo Suriani (Fratelli d’Italia) per lunedì prossimo, 15 maggio, alle 17, nella Sala del Gonfalone del municipio.
Saranno sentiti l’assessore all’Ambiente, Paola Cianci, e il dirigente comunale Alfonso Mercogliano per “chiarimenti sulla convenzione Comune di Vasto-Pulchra per la raccolta differenziata”, annuncia Suriani. Convocata anche la segretaria generale del Comune, Rosa Piazza, per “chiarimenti sulle modalità e sui tempi di stesura e pubblicazione delle determinazioni dirigenziali”.
La relazione del Movimento 5 Stelle – “Nell’ambito della gestione dei rifiuti – ha fatto notare l’M5S durante la precedente seduta – le passate amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra hanno fatto a gara nel favorire la dinamica dei compensi della Pulchra”, la società che gestisce la raccolta differenziata di cui il Comune ha il 51% delle azioni e il socio privato, la Sapi, il 49%, “mentre hanno depresso i compensi del consorzio Civeta”, che ha “capitale al 100% pubblico. Ciò risulta evidente anche dai meccanismi di adeguamento automatico dei compensi di cui beneficia la Pulchra mentre, come noto, le tariffe sono rimaste bloccate dal 2009 al 2016. I compensi della Pulchra per i servizi di spazzamento e raccolta dei rifiuti vengono aggiornati automaticamente, e con cadenza annuale, sulla base di complesse formule di calcolo che tengono in conto la dinamica dei costi della manodopera, dei carburanti e degli automezzi.
L’applicazione di queste formule nel 2104 ha prodotto un adeguamento annuo del compenso Pulchra pari al 4,028 %, con un maggior esborso per il Comune di 186mila 146 euro.
E’ opportuno notare che nel 2013 l’indice di inflazione nazionale è risultato dell’1,5% e che, se il contratto avesse fatto riferimento a questo indice (come prevede il DPR 158/1999), il maggior esborso per il Comune sarebbe stato pari a 69mila 319 euro, con un risparmio di 116mila 827 euro.
Se questo dato fosse proiettato nei 20 anni di contratto con la Pulchra avremmo circa 2 milioni di euro pagati dai cittadini per una clausola contrattuale iniqua, concordata dall’amministrazione Tagliente nel lontano 1998, ma mai rimessa in discussione dalle amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra che hanno governato negli anni successivi”.
Il Movimento 5 Stelle parla di “pesanti certezze sulle modalità di calcolo”, perché “il contratto non stabilisce, come avrebbe dovuto, le fonti ufficiali dei dati. E così, ad esempio, la fonte delle variazioni del costo del carburante per i mezzi utilizzati da Pulchra non è nazionale (fonte Istat o ministeriale) ma, da non credere, di un distributore di carburante locale che ha certificato l’aumento dei prezzi dal 31 dicembre 2012 al 31 dicembre 2013, quando i dati ministeriali indicano, nello stesso periodo, una diminuzione dei prezzi stessi.
Nello stesso anno 2103 risulta un aumento pari al 14% di un automezzo Iveco, aumento chiaramente dovuto non all’inflazione ma ad un cambio di modello con prestazioni superiori. Ciò non ha scoraggiatola Pulchra dall’inserire il suddetto aumento nella formula di calcolo di aggiornamento automatico. In tutto questo disordine contrattuale ed amministrativo dov’è la politica? Dove sono i nostri amministratori? Dove sono state le amministrazioni negli ultimi vent’anni? Tutti tacciono, nulla cambia e i cittadini pagano”.
Quindi “invitiamo il sindaco e la Giunta a non rinnovare la convenzione con la Pulchra, in scadenza il 17 luglio 2018, e ad avviare tempestivamente le azioni necessarie per una nuova gara di affidamento dei servizi di igiene ambientale”.
“La relazione del Movimento – ha commentato Gallo – ha evidenziato criticità, incongruenze ed omissioni non accettabili da un’amministrazione che si definisce trasparente”.