Riuscire a tramandare se stessi è un intento che, più di ogni altro, impegna gli uomini della Terra, da sempre. Proiettarsi oltre la vita, nel ricordo delle generazioni future, è forse l’unico modo per vivere l’illusione dell’immortalità e tentare di superare l’angoscia della fine.
Uomini che hanno consegnato alla Storia le proprie azioni ed il proprio pensiero certo ve ne sono e sono questi ultimi gli ingredienti di un insieme che consente l’esercizio evolutivo nelle scienze e nella filosofia e che contiene gli elementi e le ragioni di consequenzialità e di proiezione che permettono la realizzazione del futuro.
La letteratura e la cinematografia moderna, sostenute dalla creatività e dalla fantascienza, hanno prodotto suggestioni tali da esasperare la nostra naturale curiosità, già di per sé alimentata dalle incertezze esistenzialiste, e ci convinciamo che sarà ben difficile scoprire “come va a finire” la storia dell’umanità. Guerre nucleari o definitivi disastri planetari inducono però ad ipotizzare, in chissà quale data del futuro, l’anno zero ed allora c’è chi progetta e predispone la salvezza del passato.
E’ in Norvegia, infatti, che nasce il “World Arctic Archive”, un’immensa biblioteca la cui funzione è quella di contenere un’enorme quantità di dati da conservare nel tempo. Il progetto induce tutti i paesi del mondo a voler custodire libri e documenti in modo tale possano sopravvivere ad evenienze distruttive della terra (almeno a quelle oggi immaginabili…). Sono i libri, infatti, di carta o digitali, che racchiudono conoscenza, sapere e coscienza dell’umanità. Possiamo immaginare una biblioteca dal colossale catalogo con infiniti indici, un caveau bunker, ricavato in una vecchia miniera, in cui c’è tutto ciò che, fino ad oggi, l’umanità ha pensato, realizzato e raggiunto. Pellicole, hard-disk e memorie di varia tecnologia “conservati al sicuro per almeno un millennio”, così come dichiara la Piql, l’azienda che se ne occuperà.
Il… Giardino dell’Eden del futuro sarà sull’isola di Spitsbergenin nell’arcipelago artico delle Svalbard, a nord della Norvegia, terre del permagelo, laddove il suolo è perennemente ghiacciato. E’ la stessa zona in cui, qualche anno fa, è stato realizzato il “Global Seed Vault”, l’ “archivio” bunker della biodiversità mondiale, il deposito di 400 milioni di semi provenienti da tutto il mondo, elementi della natura da proteggere da qualsivoglia minaccia e che permetterebbe all’umanità di sopravvivere ad un disastro che eliminasse le riserve di cibo.
E’ così che si tenta di organizzare il futuro per difendersi dall’ignoto, giungendo ai limiti di una realtà incerta e confusa in cui, immersi nella quotidianità, rincorriamo i nostri piccoli problemi, adagiandoci nel fatalismo e sforzandoci di trovare la maniera di lasciare, per pochi o per molti, la nostra personale “orma”, almeno fino a quando si esercita la vita. E’ l’esigenza di tramandar se stessi per non morir del tutto…
Ma c’è un’altra notizia: è arrivata la Primavera!