Tra i luoghi aperti al pubblico sabato 25 e domenica 26 marzo in occasione delle Giornate FAI di Primavera (QUI l’articolo), grazie al lavoro dei volontari della Delegazione FAI di Lanciano, c’è anche il Castello Ducale di Casoli. In attesa del weekend, conosciamolo meglio.
Il castrum di Casoli è menzionato per la prima volta nel Memoratorium dell’abate Bertario di Montecassino, risalente a prima dell’833 ed edificato a partire dal XII secolo intorno alla torre pentagonale. La struttura, alta 21 metri, è a puntone, terminante con un’altana sormontata da un forte parapetto sostenuto da mensole in pietra trilobate. Il coronamento superiore (camminamento di ronda d’epoca angioina), sostituisce antichi merli molto caratteristici che si trovavano ad un’altezza inferiore.
Feudo degli Orsini, fino al 1514, Casoli e il suo castello appartennero poi a Fabrizio e Ascanio Colonna, quindi ai Carafa, ai Crispano e ai Filomarino. Nel 1642 il feudo fu acquistato da Tommaso d’Aquino, nobile di Taranto, che nel 1650 ottenne per sé e i suoi eredi anche il titolo di duca di Casoli. Domenicantonio Di Benedetto acquistò il castello nel 1853 da Teresa de Sangro moglie di Tommaso Enrico d’Aquino, per poi lasciarlo in eredità, nel 1916, alla figlia Concetta, madre di Pasquale Masciantonio, avvocato e parlamentare che ospitò nel castello Gabriele D’Annunzio, F. Paolo Michetti, F. Paolo Tosti, Edoardo Scarfoglio, Matilde Serao e Guglielmo Marconi.
L’interno è preceduto da un cortile con pozzo centrale. Si accede mediante due entrate a una sala grande per i ricevimenti, oggi conservata nella matrice del XVII secolo mentre la seconda entrata conduce alle camere del castello. Tra queste vi è la stanza dove dimorò Gabriele D’Annunzio, sul cui muro scrisse un ditirambo. Gabriele D’Annunzio, infatti, fu spesso a Casoli ospite di Pasquale Masciantonio e alloggiava proprio nel Castello.
La stanza di D’Annunzio è costituita da un ambiente di circa 20 mq suddiviso in due stanze lo studio e la stanza da letto vera e propria molto piccola ma sufficiente a contenere l’arredo necessario. I due ambienti sono collegati da un’ampia apertura circolare ricavata nella parete divisoria delle due stanze, un tempo chiusa semplicemente da una tenda. Le pareti bianche delle due stanze, coperte da scritte e versi a matita del poeta e dei suoi amici, sono un vero patrimonio letterario da salvaguardare.
Una delle stanze del castello è dedicata al maggiore Lionel Wigram, ucciso proprio per liberare l’Abruzzo dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Wigram accettò infatti la collaborazione della formazione partigiana di Ettore Troilo, la Brigata Maiella, e pagò per questo. Dal 1980 il castello appartiene al Comune di Casoli ed ha subìto importanti interventi di restauro.
La vista che si può ammirare dalla torre del Castello Ducale di Casoli lascia davvero senza fiato. Lo sguardo si allunga sul medio e alto Sangro, abbraccia l’Aventino e scorge pure un tratto di mare, con la Majella che ti guarda, a sua volta, dall’alto.
Sabato e domenica sarà possibile visitare il Castello dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 19 alle 19. Le visite saranno a cura degli apprendisti ciceroni dell’istituto superiore “A. Marino” e dell’istituto comprensivo “G. De Petra”.