“Finalmente è stata chiusa”. È iniziato con l’amara constatazione di Corrado De Leonardis (Comitato per la ristrutturazione) il sit-in organizzato dai fedeli della parrocchia in piazza San Nicola a San Salvo. Giovedì prossimo una delegazione si recherà da mons. Bruno Forte con le carte del progetto di ristrutturazione e quello “sarà l’ultimo gesto che faremo per il momento. Se il vescovo non ci verrà incontro intraprenderemo altre iniziative”.
L’immagine rappresentativa della parrocchia di oggi è di stamattina: da una parte il parroco don Michele Carlucci in attesa dei fedeli per la messa nel salone parrocchiale in via Saint Nicolas De Port, dall’altra, in piazza, il comitato, l’Azione Cattolica, l’associazione Gerico e i membri della comunità che non vogliono la cancellazione del sacro tempio dall’alto valore affettivo.
È questa la frattura più grave delle lesioni che ne hanno causato la chiusura. “La comunità è lacerata – ha detto Raimondo Pascale – Il tempio ha un valore relativo, ma rappresenta la comunità. Se ha delle pecche si cerca di porre rimedio. Se le campane suonano, significa che tutti questi problemi non ci sono”.
Circa 2mila le firme raccolte nelle settimane che hanno preceduto il nefasto annuncio del sacerdote a fine gennaio, saranno consegnate al vescovo insieme al progetto. In piazza presenti anche alcuni esponenti del consiglio comunale; nella prossima seduta ci sarà l’interpellanza sull’argomento di San Salvo Democratica [LEGGI].
La manifestazione è andata avanti con le letture di Fabrizio Ciurlia (della lettera del consiglio pastorale di Azione Cattolica, LEGGI] e di Stefania Ciocca (del comunicato dell’associazione Gerico, LEGGI) e con l’abbraccio all’edificio di culto. Mano nella mano il serpentone di fedeli ha circondato l’edificio di culto con la speranza di preservarlo dagli intenti demolitori e vederlo nuovamente aperto al più presto, in testa lo striscione “Signore da chi andremo?”.