Si è sentita male a Vasto, al pronto soccorso le hanno diagnosticato un infarto da trattare con l’emodinamica che non c’è. Da qui il trasferimento. Non a Chieti, dove erano già stati inviati altri tre pazienti ed era tutto pieno, ma addirittura a Teramo. Questo è il calvario che ha dovuto affrontare una donna di 80 anni e che il figlio, Giuseppe (Pino) Piccirilli, ha raccontato a Zonalocale.it.
“Mia madre – racconta il professionista vastese che lavora in Emilia Romagna – si è sentita male il 21 dicembre. Ha dovuto aspettare l’ambulanza da San Salvo, perché quelle di Vasto erano tutte fuori. Al pronto soccorso le hanno diagnosticato un infarto grave al miocardio. Da lì la necessità del trasferimento in un altro ospedale, perché a Vasto non c’è l’emodinamica”.
A quel punto, il figlio della donna si aspettava il trasferimento a Chieti, ma così non è stato: “Mi hanno detto che non si poteva andare a Chieti, perché ci avevano già mandato altri tre pazienti ed era pieno. Quindi è dovuta arrivare a Teramo, 140 chilometri in ambulanza, perché evidentemente di notte l’elisoccorso non è attivo. Lì hanno ristabilito il flusso, ma ci hanno detto che era già passato molto tempo e non era sicuro che mia madre passasse la notte, visto che era arrivata a Teramo con un cuoricino piccolo piccolo. Mia madre ce l’ha fatta, ma con il 35% di capacità cardiaca”.
Da lì il ricovero, le dimissioni il 5 di gennaio, ma in condizioni comunque gravate da quel cuore malridotto. Dopo altri controlli e ricoveri, la donna è morta il 10 febbraio.
“Il dramma della vicenda – sottolinea Piccirilli – è che se a Vasto ci fosse stata l’emodinamica, mia madre non sarebbe dovuta arrivare fino a Teramo e non si sarebbe ritrovata con un cuore al 35%, con tutte le conseguenze del caso. È possibile che un comprensorio di 110mila persone come quello Vastese, che in estate raddoppia, debba stare senza emodinamica?”.
La battaglia del signor Piccirilli, dunque, è quella di sollecitare la classe politica per la realizzazione di un reparto annunciato da tempo, ma che non ha mai visto la luce: “Ho scritto una lettera che spedirò a breve al Presidente del Consiglio e al Ministro della Sanità per far presente questa situazione”. Ma non è tutto: “Ho sentito i miei avvocati e siamo decisi a presentare un esposto alla Magistratura“.
Il caso, però, è anche di tipo politico: “Appena tornerò a Vasto ho intenzione di avviare campagne di sensibilizzazione, raccolta firma e tutto ciò che può essere utile a sollecitare chi di dovere per dotare anche il comprensorio Vastese di uno strumento di fondamentale importanza per la vita dei cittadini. Spero di trovare altre persone pronte a battersi per questo. Non è concepibile che una persona colpita da infarto debba farsi 140 chilometri in ambulanza perché a Vasto non c’è l’emodinamica e a Chieti è tutto pieno!”.