“All’atto della prima udienza, decideremo se chiedere il rito abbreviato”, si limita a dire l’avvocato Giovanni Cerella, che, insieme a Pierpaolo Andreoni, difende Fabio Di Lello, il 34enne di Vasto che ha ammesso la scorsa settimana di aver ucciso a colpi di pistola Italo D’Elisa, 21 anni, il ragazzo che, nell’incidente del primo luglio 2016, aveva causato la morte di Roberta Smargiassi, 34 anni, moglie di Di Lello.
E’ fissata per dopodomani la prima udienza in Corte d’Assise a Lanciano, l’organo giudiziario competente a giudicare gli omicidi. Viste le prove schiaccianti e la confessione dell’imputato, che ha reso dichiarazioni spontanee dicendosi pentito del gesto compiuto, il procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio, ha chiesto il rito immediato, senza passare prima attraverso l’udienza preliminare.
Ora la difesa deve scegliere tra due opzioni: il dibattimento ordinario in Corte d’Assise, oppure il rito abbreviato, che si svolgerebbe a porte chiuse dinanzi al gup e consentirebbe all’ex calciatore di ottenere una riduzione di un terzo della pena. In questa seconda ipotesi, i legali di Di Lello chiederebbero un abbreviato condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica sul loro assistito.