E’ tornato a casa Antonio Di Totto. Dopo aver percorso i 2mila chilometri che separano Bucarest da Vasto, il feretro dell’imprenditore, morto a 40 anni in un incidente sul lavoro nella capitale rumena, ora è nella chiesa di Santa Maria Incoronata, dove parenti, amici e tanti cittadini scossi da questa triste vicenda vogliono salutarlo per l’ultima volta.
“Quando muoiono i giusti, non sappiamo spiegarci perché”, dice il parroco, padre Eugenio Di Giamberardino. “Chi sono le persone giuste? Sono coloro che, quando possono fare del male agli altri, non lo fanno”. “La morte improvvisa di un nostro fratello” è “una morte che non riusciamo a spiegare”, soprattutto quando è un “giovane”, che “ha voglia di vivere e, allora, è difficile accettare la morte”. Ma, “mi sono rimaste impresse le parole scritte sul suo manifesto funebre: io resterò con voi. Antonio non ci ha lasciato. Ha lasciato la vita terrena, ma rimarrà per sempre accanto a noi”. “Gesù promette la giusta ricompensa per le cose buone compiute sulla terra. Preghiamo che dia ad Antonio il giusto premio per il bene che ha fatto”. Infine, “la morte non spezzerà quei vincoli d’amore che ci legano alle persone care”.
Da settembre, Di Totto era al lavoro a Bucarest, dove la sua impresa è impegnata in interventi di isolamento termico di vecchi edifici. Nei giorni scorsi le autorità investigative rumene hanno comunicato che Antonio ha perso la vita precipitando dal quarto piano di un palazzo.
Le persone che gli vogliono bene hanno dovuto aspettare parecchio: due settimane, prima per l’autopsia e i necessari accertamenti della magistratura, poi per le lungaggini della burocrazia rumena. Solo ieri il suo corpo privo di vita ha terminato di percorrere mezza Europa: 2mila chilometri per tornare a casa.
All’uscita dalla chiesa, è un grande applauso a salutare i familiari. Il fratello, Graziano, è molto conosciuto a Vasto perché titolare di un’agenzia che realizza video e foto con i droni. Un applauso scrosciante mentre si chiude il sipario della vita terrena e si aprono, per Antonio, le porte del cielo.