Trenta interventi tecnici in soli tre mesi per il nuovo telecomandato in dotazione presso il reparto di Radiologia dell’ospedale San Pio da Pietrelcina. Lo rivela Maria Amato, rappresentante del Pd alla Camera dei Deputati e medico radiologo, in un post su Facebook nel quale, parlando del nuovo telecomandato spiega: “Qualcuno lo ha definito nei soliti annunci addirittura digitale, come se si parlasse dell’ultimo ritrovato della scienza. In realtà da tempo le macchine in radiologia sono tutte digitali, significa banalmente che hanno un computer. Allora, per questa superlativa macchina in tre mesi sono stati necessari trenta interventi tecnici, di cui 10 con relazione, gli altri senza visto che la macchina è in garanzia”.
A preoccupare maggiormente la deputata del Pd sono “gli effetti per i pazienti“: “Le macchine si rompono all’improvviso, quindi anche in corso di esame, e le procedure che si fanno con quell’apparecchio non sono una passeggiata, parliamo di rx digerente o di rx clisma opaco e, sapendo come si fanno gli esami, se succedesse a me ci rimarrei molto male; il tecnico viene da Macerata e ogni volta c’è il fermo macchina e vanno rinviati i pazienti in appuntamento”.
Da qui la riflessione: “Dopo le inaugurazioni e gli annunci non guasterebbe verificare se si è realmente fatto un investimento o se si è acquistato un bidone. Riflettevo sul fatto che negli atti che riguardano la sanità il termine paziente non compare, perché persona assistita è più positivo: ecco, trattiamoli da persone e facciamo in modo che dopo tre giorni di purghe, dopo aver fatto un clistere di bario, perchè è così che si fa il clisma opaco, non si sentano dire ‘mi dispiace signore, si è bloccata la macchina, scenda, si ricomponga e le diamo un altro appuntamento’. In quel momento si può solo sperare che la persona assistita abbia pure pazienza, ma per quello che sento in giro la pazienza ha un limite. Non oso pensare a che macchinone potrebbe essere la TAC 64 poi 128 strati che è in cottura ormai da un anno e mezzo!”