“Vogliamo che vengano accertate le cause e le responsabilità e chi di dovere paghi”, dice Antonio Tinari, zio di Jessica, la vittima vastese della valanga che, il 18 gennaio scorso, ha travolto l’Hotel Rigopiano di Farindola.
Jessica Tinari, 24 anni, e il suo ragazzo, Marco Tanda, 25, e altre 27 persone non ce l’hanno fatta: hanno perso la vita sotto la coltre di neve, detriti, alberi e macerie provocati da una slavina pesante 120mila tonnellate, pari a 4mila tir a pieno carico.
A un mese dal disastro, si costituisce il comitato dei parenti delle vittime di Rigopiano. Nel loro cuore rimane un senso di vuoto per la perdita dei propri cari: “La mancanza si avverte e anche un sentimento di rabbia per quello che è accaduto”, racconta Antonio Tinari. “Sono cose che non dovrebbero accadere. Noi siamo uniti e stiamo costituendo un comitato, perché non vogliamo finire nel dimenticatoio. Sicuramente il nostro obiettivo è tenere alta l’attenzione, che cala sempre di più e questo non va bene. Non vogliamo questo. Vogliamo che vengano accertate le cause e le responsabilità e chi di dovere paghi”.