Come sarà la zona di Punta Penna fra 30 anni? Dedicata all’industria o al turismo di qualità? È questa la domanda che si è posto Giammaria Racano, giovane vastese, nel realizzare il progetto con cui ha conseguito lo scorso anno la laurea in architettura. Partendo dallo studio della storia di quei luoghi, che inizia nel V secono a.C., fino ad arrivare allo sviluppo industriale del secondo dopoguerra e poi, in tempi più recenti, alla nascita della Riserva di Punta Aderci, ormai celebre in tutta Italia e non solo.
“Il progetto – spiega Giammaria Racano nell’intervista a Zonalocale – ha come obiettivo la trasformazione sostenibile dell’area attorno al torrente Lebba da bonificare che mira alla totale riqualificazione della valle e della spiaggia oggi non balneabile e mira alla riconnessione e al miglioramento degli accessi e delle interconnessioni visive”. Un progetto complesso, quello elaborato da Racano, che attraverso vari passaggi, da svolgere nel corso degli anni, punta a far diventare la zona della Lebba e quella di Punta Penna un parco post-industriale che possa permettere di avere quello sviluppo turistico di qualità tanto atteso.
Nell’elaborare il suo progetto [IL MASTERPLAN – GUARDA] Giammaria Racano ha considerato, oltre a tutte le normative vigenti, anche le interconessioni con altri progetti in essere, come quello della via Verde, l’ampliamento del porto e la realizzazione del raccordo ferroviario. “Ho previsto una tabella di realizzazione a più step, che si svilupperebbe nel corso dei prossimi anni. Il mio desiderio – spiega Racano – è quello di poter aprire un confronto con tutti gli enti e le persone interessate al futuro di una delle zone più bella della nostra città. Il mio lavoro di ricerca e progettazione, che metto a disposizione della città, vuole essere uno stimolo a riflettere sulla zona di Punta Penna che, nei prossimi anni, sarà caratterizzata inevitabilmente da tanti mutamenti“.