La data scelta per lanciare la stoccata non è casuale. Nel giorno in cui il leader, Matteo Renzi, annuncia che il congresso nazionale del Pd si farà prima delle elezioni politiche, a Vasto la minoranza scaturita dalle primarie di 11 mesi fa allarga il solco che la separa dall’amministrazione comunale di Francesco Menna e dalla troika: Silvio Paolucci, Marco Rapino e Chiara Zappalorto (rispettivamente assessore regionale alla Sanità, segretari regionale e provinciale del Pd) reggono la sezione dem di piazza del Popolo, congelata dal giorno delle elezioni e decapitata dalle dimissioni di Antonio Del Casale, rassegnate perché lo statuto prevede l’incompatibilità tra le cariche di segretario e assessore.
E se lo stesso Del Casale, che ha trovato lavoro alle Poste di Verona, dovesse gettare la spugna, lasciando la Giunta, i fronti di lotta interna diventerebbero due.
Da Renzi a Vasto – L’accelerazione impressa dall’ex premier alla resa dei conti con i dissidenti riapre la partita a Risiko anche a livello locale: il congresso e le primarie nazionali saranno, infatti, preceduti dai congressi locali, provinciali e regionali in tutta Italia. Quindi, anche a Vasto si andrà alla conta.
Vecchie ruggini – Il 73%-27% con cui sono finite le primarie del 6 marzo 2016 tra Francesco Menna e Maria Amato pesa come un macigno. Una pietra sopra qualsiasi spiraglio di ricucitura tra la minoranza interna – che già in passato aveva sparato a zero contro il precedente sindaco, Luciano Lapenna – e la maggioranza menniana. In più, la minoranza rischia di perdere l’unico suo rappresentante in Giunta: proprio Del Casale. I suoi rapporti con Menna sono gelidi dalle primarie di un anno fa e, anche per questo, oltre che per l’opportunità lavorativa, il primo degli eletti (668 voti alle elezioni di giugno) potrebbe optare per la exit strategy.
Bucciarelli attacca – “Si va a congresso, ha detto Renzi. Il 28 febbraio scade il tesseramento. La sezione di Vasto è ormai chiusa da 8 mesi, da 4 è commissariata da Zappalorto, Paolucci e Rapino, che mai si sono visti in città”, attacca Angelo Bucciarelli, ex membro della segreteria di Del Casale. “Non possiamo nasconderci quello che il Pd è diventato in città oggi. Un partito che non c’è più. Un Partito democratico al servizio di padroncini locali. Ormai la domanda più ricorrente tra gli iscritti al Pd è ‘con chi stai?’. Un Pd che nella sua inesistenza ha abdicato a quella che è la sua funzione principale: sollecitare l’azione di governo della città nelle scelte che effettua. Non voglio fare polemiche, ma se avessimo avuto un partito autonomo, anzi in vita, avremmo potuto incalzare l’amministrazione a prendere iniziative. Non voglio punire il Pd e la nuova amministrazione di Vasto, lo dico con rispetto: qui le cose non vanno. Fino a questo momento, dopo 8 mesi di amministrazione non mi sembra che sia emersa un’idea di città, anche la più semplice. E non un’idea su come affrontare i temi più importanti dei quali si è tanto parlato durante la campagna elettorale. L’urbanistica al primo posto”.
“Ben venga allora il congresso, ma senza inquinamento. Non vorrei – conclude Bucciarelli – che adesso assistessimo, dopo il vuoto, all’esplosione delle iscrizioni con pacchetti di tessere presentati, magari intorno ad un banchetto”.