Porto di Punta Penna, problemi e prospettive. Su questi temi il Movimento 5 Stelle Vasto oggi pomeriggio ha promosso un incontro con Mauro Ferrara, esperto e ricercatore presso il Consorzio Res.
Nella relazione del dottor Ferrara, gli scenari europei e interni nei quali è inserito il Porto di Punta Penna, con particolare riferimento alla recessione che dal 2008 sta colpendo i traffici marittimi. E il Porto di Vasto non fa eccezione, con le 214 navi transitate nel 2008 e le 137 del 2016, con un calo da circa 600mila tonnellate movimentate nel 2008 alle 500mila del 2016, mentre le previsioni nel 2007 parlavano di circa un milione di tonnellate da raggiungere nel 2015.
Nell’analisi del dottor Ferrara, anche il tipo di merci movimentate, legate sostanzialmente a soli sei cicli produttivi, da qui il legame tra le potenzialità del porto e il futuro industriale del comprensorio. Capitolo a parte, quello relativo all’autoporto di San Salvo, considerato nel Piano integrato dei Trasporti, ma ancora tutto “sulla carta”. Pe il ripristono delle sue funzionalità, il consigliere regionale Pietro Smargiassi ha ricordato che occorrerebbero 200mila euro.
In tutto questo, i progetti relativi all’ultimo miglio ferroviario e al raddoppio del porto. “Noi non siamo contrari a prescindere, – ha sottolineato la consigliera comunale Dina Carinci – ma sappiamo che le previsioni di crescita relative ai traffici sono state disattese e soprattutto conosciamo i costi di queste opere, 15 milioni per l’ultimo miglio e 140 milioni per il raddoppio. A fronte di costi così alti, il rapporto con i benefici diventa imprescindibile. Come imprescindibile è il rapporto con l’economia locale. Dobbiamo insomma capire se questa spesa è giustificata”. Ad ogni modo la consigliera del M5S ha ribadito la necessità della “concertazione con i cittadini” per giungere a una decisione definitiva a riguardo: “Il nostro auspicio è che la politica metta i cittadini nelle condizioni di esprimersi e poi agisca di conseguenza”.
Presente all’incontro, anche il presidente dell’Anci Abruzzo e consigliere comunale Pd, Luciano Lapenna, il quale ha ricordato l’iter dell’approvazione del nuovo Piano regolatore portuale, resa necessaria in considerazione delle richieste pervenute dalle grandi aziende (Pilkington e Sevel, che non utilizzano a pieno l’infrastruttura). Proprio queste richieste, ha ricordato Lapenna, hanno fatto in modo che il progetto venisse approvato. Dal 2008, però, la crisi che ha influito anche sui traffici marittimi, con le previsioni di movimentazione merci disattese. Non è mancato, infine, un richiamo del presidente Lapenna alla politica regionale: “Bisogna credere nelle potenzialità del porto di Vasto, altrimenti rimarrà un porto da 4/500mila tonnellate l’anno. Rispetto a queste tematiche, mi trovo in disaccordo con le attuali politiche regionali e l’ho già detto anche al presidente D’Alfonso“.