Si avvicina il Natale e viene rilanciata la vecchia e mai sopita questione circa la reale esistenza di Babbo Natale. Coloro che, da ultimi e con pedagogica attenzione, affrontano l’argomento che tormenta sono, questa volta, due professori accademici: Christopher Boyle, dell’Università di Exeter, e Kathy McKay, dell’università del New England, in Australia. Promotori di uno studio pubblicato sul periodico scientifico Lancet Psychiatry, propugnano una tesi preoccupante: tacere la verità ai propri figli minaccia la fiducia nei genitori e tale comportamento è da considerare “moralmente sospetto”. Infatti, dissertano: “Prima o poi tutti i bambini scoprono la verità ed è inevitabile che a, quel punto, si chiedano quali altre bugie gli sono state rifilate” e argomentano: “Se i genitori sono capaci di mentire su una cosa speciale e magica come il Natale possono essere considerati i garanti della saggezza e della verità?” Infine, si chiedono: dovrebbe forse essere una spia polare a separare i bimbi buoni da quelli cattivi? Nell’emulare una sua nota collega, interprete del romanzo di John le Carré ed anch’essa venuta dal freddo, Babbo Natale sarebbe buono soltanto a generare pericolosa insicurezza. Lapidaria, quindi, la conclusione: questa menzogna serve ai genitori e non ai figli, è utile solo a loro per rivivere la propria infanzia.
In questi giorni che approcciano il Natale, c’è un altro fatto che la cronaca ci porge e che nulla sembra avere a che fare con il pilota di renne di cui sopra. Al liceo “Azzarita” di Roma, quartiere Parioli, i genitori hanno “sgomberato” l’edificio scolastico occupato dai figli studenti. Per tre volte, in 24 ore, i loro ragazzi avevano provato ad espugnare l’istituto, fino ad averla vinta. Sostituendosi a quelli che, una vita fa, sarebbero stati chiamati celerini, mamme e papà sono entrati nella scuola. Urlando e spintonando, hanno forzato le barricate e, surrogando i colpi dei desueti manganelli con quelli delle sberle, hanno posto fine all’occupazione, ricacciando i propri figli da aule e corridoi.
Cosa c’entra questo raid con Babbo Natale? C’entra, c’entra.
Ogni genitore sa bene che Babbo Natale esiste veramente e che apre tutte le letterine, ad una ad una, sa bene che esistono le renne affaticate ma felici di tirar la slitta e che gli applicati campanelli si sentono davvero la notte di Natale. Ogni genitore sa che altri milioni di genitori, nell’attesa della magica notte, sono entusiasmati dall’emozione dei propri figli; gli stessi figli che con loro e, a volte, finalmente insieme a loro, suggellano con un sincero sorriso di felicità una magica ed intima sintonia generazionale. Serve ai genitori per rivivere l’infanzia e ritornar bambini? Sarà pure ma è in questi momenti condivisi che i loro bambini imparano a vivere la vita e a diventare grandi.
L’attinenza con il raid nel Liceo romano? E’ stato lo stesso Babbo Natale, costretto ad interrompere l’apertura delle letterine, a forzare le barricate e a dare qualche sberla!
Conclusione? Professori, accademici e razionalisti, per Natale, non rompete… gli addobbi degli abeti; vi farà bene indossare barba bianca e cappuccio rosso, salire sulla slitta e via… slalom tra le stelle. I bimbi del mondo (anche i vostri figli) strabuzzeranno gli occhi.