Non convince il progetto di variante alla statale 16 portato avanti dalla Regione Abruzzo e dall’Anas tra Vasto e San Salvo [CLICCA QUI per il servizio sul viadotto e CLICCA QUI per il servizio sull’ultima riunione in Regione]. Perplessità giungono dal leader di Unione per Vasto, Giuseppe Tagliente: “La Regione ha reso noto in queste ore il progetto di variante sulla costa della Strada Statale 16 che prevede la realizzazione di un viadotto in cemento armato (o in alternativa di un tunnel) da località Trave alla stazione ferroviaria di Vasto San Salvo. A prima vista il progetto ha tutte le caratteristiche per essere classificato folle, perchè a nessuno in condizioni normali verrebbe in mente di realizzare un tracciato di così evidente impatto ambientale, che massacra letteralmente il territorio senza peraltro risolvere i problemi del traffico e della circolazione sulla costa ed in città”. Più in generale, per Tagliente “una variante degna di questo nome avrebbe dovuto essere invece pensata su un tracciato assolutamente alternativo a quello esistente con la finalità di scavalcare la costa e non di comprimerla ulteriormente. Spendere poi 80 milioni di euro (questa è la spesa preventivata) per realizzare un percorso aereo o sotterraneo di soli 8 km e mezzo è poi ancor più folle perchè con un percorso previsto in altra sede e tutto in pianura la spesa sarebbe certamente più economica. Negli anni della mia sindacatura il Comune di Vasto propose all’Anas, che se non sbaglio inserì la proposta in uno dei suoi piani decennali, di prendere in considerazione l’ipotesi di utilizzare come variante la strada esistente che partendo dalla bretella realizzata negli anni Ottanta dal Consorzio di Bonifica nelle vicinanze del Cotir si snoda la fondovalle Cena (oltretutto appena riasfaltata) e di lì si immette sulla Trignina e sulla SS 16 in territorio molisano. Questa soluzione, che mi sembra sia stata ripresa in queste ore dal sindaco di Lentella a cui va tutto il mio plauso, avrebbe il pregio di coniugare le esigenze di Vasto e di tutta la zona costiera con quelle dell’hinterland a cui difettano strade degne di queste nome viste le condizioni di totale abbandono in cui versano da qualche anno perchè esse avrebbero così la possibilità di raccordarsi più agevolmente con la grande viabilità e di sopportare disagi minori”.
Critiche, però, arrivano anche da sinistra, con il circolo Sel di San Salvo, che pure condivide “il grido di dolore” del sindaco di Lentella, Carlo Moro [CLICCA QUI per l’articolo] “per questo schiaffo che si vuole infliggere ad un territorio che patisce già, per altri versi, scarsa considerazione a livello regionale e provinciale (basti pensare al piano sanitario e alla viabilità). Riguardo l’utilità di quest’opera per i due comuni rivieraschi, – aggiungono da Sel San Salvo – è appena il caso di ricordare che entrambi avrebbero bisogno di escludere dalle loro Marine sia il traffico pesante che quello leggero di transito, mentre si intende dislocarlo semplicemente su un’altra sede tenendolo all’interno delle stesse località. Pensare che questa soluzione, per quanto riguarda Vasto, comporti la realizzazione di un viadotto, con un enorme impatto paesaggistico, è pura miopia. Su San Salvo poi, il semplice arretramento di poche centinaia di metri della SS16 non avrà alcun impatto positivo, anzi, si produrrà un’ulteriore discontinuità territoriale oltre quelle già presenti: A14, ferrovia e l’attuale SS16″. Per la locale sezione di Sel, “una politica lungimirante non si accontenterebbe solo di spostare il traffico all’interno del suo territorio, ma cercherebbe soluzioni per escluderne il massimo possibile. Addirittura l’Amministrazione Magnacca, come è stato detto nell’ultimo incontro con i cittadini sul Prg, vuole puntare su questo nuovo tracciato, alle spalle della vecchia stazione, per valorizzare i terreni limitrofi, questo si traduce con una semplice parola: rendere edificabili quei suoli. Urbanizzare il territorio immediatamente a ridosso del nuovo tracciato, non farebbe altro che ripetere il modello che si vuole superare (ossia la SS16 che attraversa un tratto urbano) e spostare il problema solo nel tempo scaricandolo sulla prossima generazione di sansalvesi”.
Sulla stessa linea, anche la riflessione “da privato cittadino” di Camillo D’Amico, per cui “le ragioni dei 28 sindaci di ogni coloritura politica che vede l’arretramento naturale della SS 16 nel percorso già esistente che attraversa la fondovalle Sinello, la fondovalle Cena, la fondovalle Moro, la fondovalle Treste con i relativi sbocchi sulla stessa nazionale e SS Trignina sono le più giuste e opportune da adottare senza perdere ulteriore tempo ne animare ancora inutili discussioni che penalizzano ancora il territorio che va inteso come un unicum dalla riviera sino all’interno con i confini del Molise”. D’Amico, inoltre, ricorda che “già nel 2005, allorquando stavamo predisponendo il piano triennale delle opere pubbliche della Provincia di Chieti con l’Ente che ancora contava qualcosa, il tracciato oggi chiesto a gran voce dai 28 Sindaci dall’entroterra vastese venne inserito nell’importante documento di panificazione con un progetto preliminare redatto dall’ingegner Carlo Cristini dirigente del settore Urbanistica e Lavori Pubblici. Il Consiglio Provinciale e l’allora maggioranza di centrosinistra non solo approvarono questa previsione […] ma tanto era condivisa l’idea che nel 2007, allorquando fu la regione Abruzzo a redarre il proprio piano triennale delle Opere pubbliche 2008/2010, l’idea progettuale fu ripresa, con il medesimo tracciato, e la scelta del progetto preliminare fu fatta su due ipotesi: quella già presente della provincia di Chieti ed un’altra che presentò l’allora Comunità Montana Medio Vastese di Gissi. Sono passati 10 lunghi anni da allora tutto è caduto nel dimenticatoio, se non vedere il sistematico e quotidiano abbandono dell’entroterra vastese il cui sistema viario è in un collasso totale”.