Mario Olivieri, consigliere regionale del Movimento civico abruzzese. La scorsa settimana, nello spiegare i motivi del suo dissenso e della lettera che, insieme agli assessori Gerosolimo e Di Matteo, ha inviato al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ha detto: “Sembra che l’Abruzzo finisca a Ortona”. Si riferiva all’accordo con la Regione Lazio, che traghetterà solo i porti di Pescara e Ortona sotto l’Autorità portuale centro-settentrionale di Civitavecchia?
Certo, mi riferivo anche a quello. E se Punta Penna non rientra in questo accordo, penso che non sia un caso. E’ vero che Ortona è geograficamente più vicina a Pescara e, di conseguenza, è stato più facile inserirla nel protocollo d’intesa, ma è altrettanto vero il porto di Vasto, rispetto a Ortona, ha un fondale più profondo che, a differenza di Ortona, non necessita di un dragaggio frequente. Insomma, Punta Penna è più adatto all’attività mercantile, invece è stato tagliato fuori. Ma questo è un progetto che viene da lontano.
In che senso viene da lontano? Dal precedente governo regionale di centrodestra?
Sì. Chi ci ha preceduto aveva già impostato questo discorso relativo ai porti. L’attività mercantile di Punta Penna è un punto di riferimento per la Val di Sangro e potremmo agganciare anche il Molise. Ma sono solo ad alzare la voce per il nostro territorio. Potremmo farlo insieme, ma l’amministrazione comunale di Vasto non alza mai un dito.
Ruggini risalenti al mancato accordo col centrosinistra per il ballottaggio delle elezioni di Vasto, vinte a giugno da Francesco Menna?
Chiedevamo l’apparentamento, ma ci hanno escluso, nonostante i 2mila 500 voti ottenuti da Laudazi al primo turno. Non mi chiama mai nessuno per difendere insieme le esigenze di questo territorio. Nonostante questo, siamo stati noi del Movimento civico abruzzese a fornire alla Regione la soluzione per salvare la scuola infermieri di Vasto.
Sul porto di Vasto cosa chiede al governo regionale?
Chiedo di considerare Punta Penna alla stregua di Ortona.