Se ne La navigazione di San Brandano, classico medievale della letteratura di viaggio, l’abate benedettino solcava i mari per portare nel mondo il proprio ordine, fondando monasteri ad ogni approdo, ne La nave dei folli, opera di Marco Taddei e Michele Rocchetti, presentata ieri sera presso la Libreria Mondadori, l’omonimo Brandano perde il “San” e prende il mare per una missione più laica: diffondere il verbo dell’anticonformismo. O della follia, come lo stesso anticonformismo viene considerato nel piccolo paese d’origine (Saggionia) del protagonista della fiaba illustrata presentata ieri dai due autori (Taddei per la parte narrativa e Rocchetti per le illustrazioni), in un dialogo serrato con Alessio Tenaglia.
“Per quanto riguarda la narrativa – ha spiegato per l’occasione Marco Taddei – l’idea è quella del viaggio: un gruppo di ‘folli’ che parte alla ricerca di conferme dell’intuizione di Brandano, ovvero che la terra non è piatta, ma tonda. La forma, invece, è quella dello stile medievale, riletto in chiave contemporanea”. Come sottolineato da Michele Rocchetti, in definitiva, l’opera è una sorta di “ode al pensiero alternativo” che tocca aspetti più disparati, antichi e attuali, come quello del rapporto con lo straniero o il “clandestino”, attraverso uno dei personaggi principali, ovvero la principessa Porfiria, che si imbarca clandestinamente durante una delle tante avventurose tappe del viaggio e viene accolta con “gratuita empatia” dall’equipaggio. Un personaggio che si dimostrerà poi “salvifico” per la strampalata ciurma e tutta la missione.
“Si tratta di un’opera pantagruelica – ha rimarcato Tenaglia – perché c’è di tutto: con immagini e parole nuove trasmette al lettore il senso dell’avventura. Ogni capitolo, inoltre, ha una propria unità narrativa. Un’opera dal sapore fiabesco, ma con significati importanti”. E come ogni favola ha la sua morale o forse più d’una. Magari una per ogni capitolo.