“Qualcuno ha preso il cellulare di mio figlio. Vi chiedo di restituirlo”. E’ questo l’appello che lancia la mamma di Emanuele, ragazzino non vedente che venerdì nella tarda mattinata ha smarrito il telefono in centro storico. “Per il compleanno abbiamo deciso di regalargli uno smartphone, per poterlo aiutare nell’avere la sua autonomia, per poterlo far sentire al sicuro quando è fuori e noi non ci siamo”. Un iPhone 5S che, grazie al supporto vocale, permette anche ad un non vedente come Emanuele di telefonare e interagire con i suoi amici. Venerdì il ragazzino era in centro con la nonna: si sono seduti sulle panchine di corso Nuova Italia (nei pressi dei palazzi scolastici), poi mamma Rosanna è andata a prenderli. Il tempo di fermarsi in cartolibreria ed ecco che Emanuele si è reso conto di non avere più il telefono con sé. “Sono tornata subito presso la panchina ma, come temevo, il telefono non c’era più. Ho iniziato a telefonare e il telefono ha squillato a lungo senza che però nessuno rispondesse”.
E’ stato poi verificato come chi ha preso il telefono ha provveduto a sostituire la sim ed effettuare le operazioni di reset. “Ho chiesto aiuto al comandante della polizia municipale, che si è reso subito disponibile. Poi ho sporto denuncia ai carabinieri. Basterebbe bloccare il telefono attraverso il codice Imei per renderlo inutilizzabile. Ma voglio lanciare un appello: aspetterò a bloccarlo attraverso il codice. Vorrei che il telefono venisse restituito ad Emanuele. Dovrebbe essere una basilare norma di comportamento restituire una cosa che si trova su una panchina. Così non è stato in questo caso. Il telefono è un iPhone 5S grigio e nero. Se chi l’ha preso dalla panchina legge queste mie parole lo porti alle forze dell’ordine, in forma anonima: per noi la vicenda sarebbe chiusa e ritireremmo la denuncia. Chi trova una cosa non è legittimato ad impossessarsene. Anche perché, dal momento che chi lo ha preso ha provveduto ad effettuare l’operazione di reset così da potersene appropriare, adesso si tratta di un vero e proprio furto, non più di uno smarrimento. Per Emanuele è stata una piccola lezione di vita sull’attenzione che deve avere nella sua vita quotidiana. Ma vorremmo anche che imparasse la lezione su quanto il senso civico sia ancora esistente attorno a noi”.
Un appello che rilanciamo sperando che davvero chi si è impossessato di qualcosa che non era suo possa, leggendo queste righe, comprendere come riportandolo indietro restituirebbe il sorriso ad Emanuele.