Per otto anni la parola “ombrina” in Abruzzo non ha identificato l’omonimo pesce, ma è entrata nel linguaggio comune con riferimento ai progetti petroliferi della Medoilgas prima e della Rockhopper poi: Ombrina è il pozzo esplorativo entrato in funzione nel 2008 al largo di San Vito che in questi giorni è in fase di smantellamento, “Ombrina” non era un progetto, ma “Il progetto”. A dirlo erano anche i dati del ministero dello Sviluppo economico che lo certificavano come il giacimento più grande scoperto in Adriatico dal 2008 a oggi.
La sua presenza ha segnato un’epoca fatta di lotte, manifestazioni e attivismo, basti ricordare l’ultimo atto in ordine di tempo del maggio 2015, quando scesero in strada a Lanciano oltre 40mila persone per esprimere la propria contrarietà alle nuove richieste della società proprietaria della concessione.
Ora, il pozzo (nome completo Ombrina Mare 2 dir) sarà solo un ricordo. Dal 12 luglio scorso sono in corso le operazioni di smantellamento del tripode davanti le spiagge di San Vito Chietino e Rocca San Giovanni la cui realizzazione era iniziata a fine luglio 2008 e che si concluse con la testa di pozzo che emerge per 13 metri caratterizzando l’orizzonte di quella parte di mare. Le operazioni andranno avanti per un mese mediante l’utilizzo “dell’impianto di tipo Jack-Up Antwood Beacon e dell’unità di supporto Mimì Guidotti CS 913”, come recita l’ordinanza della Capitaneria di porto di Ortona.
POZZO SIMBOLO – Nonostante la presenza al largo di pozzi di più o meno lunga durata (come quelli della Edison, tra cui Rospo Mare), Ombrina è stato il progetto che ha segnato il punto di rottura coalizzando i movimenti civici e facendone nascere altri (su tutti il Coordinamento No Ombrina) sul tema delle estrazioni di fronte alle coste abruzzesi, tanto da diventare il termine identificante la petrolizzazione in Abruzzo riconosciuto anche nel panorama nazionale.
La mobilitazione ha avuto puntate importanti anche nel Vastese come nel 2009, quando a Cupello l’allora presidente della Regione Gianni Chiodi dovette battere in ritirata scortato dai carabinieri di fronte alle contestazioni degli attivisti presenti in aula consiliare. Da ricordare poi le grandi manifestazioni di Lanciano (2010 e 2015) e di Pescara (2013) che hanno raccolto le adesioni della stragrande maggioranza dei sindaci dei Comuni del nostro territorio.
Lo stop definitivo è arrivato il 23 dicembre scorso con la Legge di Stabilità contenente l’emendamento che ha ripristinato il divieto alle perforazioni nelle 12 miglia marittime [LEGGI]. Il 5 febbraio il ministero dello Sviluppo economico ha fatto definitivamente calare il sipario sul progetto.
CASO UNICO – Il coordinamento esulta anche perché il caso Ombrina Mare è per ora unico in Italia: “È la prima volta in Italia che si ottiene lo stop per un giacimento non ancora sfruttato completamente. Otto anni di lotte dei cittadini abruzzesi e italiani vedranno presto il loro coronamento. saremo lì a festeggiarlo! La lotta ha pagato. Ci impegneremo ora nelle altre campagne per risanare il nostro territorio e difenderlo da altri assalti”.
Foto del pozzo di Marino Testa