In bici o in costume, ogni stratagemma è buono per contrastare l’abusivismo sulle spiagge. L’ultima operazione a San Salvo è stata portata a termine dalla Polizia municipale ieri mattina [LEGGI]: vigili in bici sulla pista ciclabile hanno sequestrato merce contraffatta trasportata da un ragazzo originario del Pakistan poi fuggito. Dall’inizio dell’estate sono molteplici i sequestri succedutisi tra le due località balneari e ora si vuole alzare il tiro.
“Non ci accontentiamo più di fermare i singoli abusivi, ma la nostra azione ha come obiettivo bloccare i rifornitori. Ieri mattina non ci siamo riusciti per un soffio, ma il loro modus operandi è ormai certo”, sono le parole del comandante dei vigili sansalvesi, Vincenzo Marchioli. Come ha raccontato a zonalocale.it, il flusso ininterrotto di merce di ogni genere arriva la mattina presto con furgoni sulla Statale 16; lo scambio con i venditori, ultimi anelli di un meccanismo ben oliato, avviene nei pressi della pista ciclabile prima dell’inizio della vendita sulla spiaggia.
MATERIALI PERICOLOSI – Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di oggetti contraffatti, poi ci sono gli articoli sprovvisti di regolare marchio Cee: “In ogni caso si procede alla sanzione amministrativa di 6mila euro e al sequestro. Il prezzo bassissimo è invitante per gli acquirenti, ma spesso non si considera che questi articoli sono realizzati con materiali scadenti come plastiche e metalli contaminati che possono provocare gravi danni sia alla salute umana che all’ambiente».
Quella del sequestro per ora è l’arma più efficace, in attesa di colpire e arrestare il flusso all’origine. Operazione, la prima, non facile, anche perché in molti i casi gli stessi bagnanti presenti in spiaggia contestano i vigili impendendo loro di elevare i verbali; per questo, da qualche tempo gli agenti agiscono in tenuta balneare con l’aiuto di colleghi sulla strada e i risultati si vedono: in questa prima parte d’estate la merce sequestrata avrebbe fruttato qualche decina di migliaio di euro se venduta. “Passato il termine per un eventuale ricorso – aggiunge Marchioli – procederemo alla distruzione di questi oggetti“.