“Angelo Cianciosi vive per sempre nel nostri cuori e, da oggi, la sua memoria sarà protetta lungo questa strada intitolata a lui, difesa dalla Stazione Carabinieri del suo Paese e dal suo Santo Patrono, che dà il nome alla piazza principale”. Così il sindaco di Furci, Angelo Marchione, questa mattina durante le celebrazioni in onore del carabiniere Angelo Cianciosi, fucilato dai nazisti in azione di rappresaglia il 26 settembre del 1943, dopo la Battaglia di Bosco Martese, insieme al brigadiere Leonida Barducci, al carabiniere Settimio Annecchini e al sergente degli alpini, Donato Renzi.
Presenti per l’occasione, in cui è stata intitolata una strada e inaugurata una targa presso la locale Stazione in memoria di Angelo Cianciosi, le più alte cariche militari e civili del territorio, che hanno voluto rendere omaggio all’eroe di Furci: “Angelo Cianciosi – ha sottolineato il sindaco di Furci – riassume in sé i tratti distintivi del popolo del territorio vastese, ma anche di tutto l’Abruzzo: era un agricoltore, un emigrante, richiamato in servizio durante la Seconda Guerra Mondiale e destinato tra le montagne del teramano. Qui ha perso la vita, insieme ad altri che hanno fatto la sua stessa scelta, per non collaborare con i nazisti nella rappresaglia. Poteva scegliere invece di collaborare e salvarsi così la vita, ma Angelo Cianciosi ci ha insegnato che c’è un confine davanti al quale non si può arretrare ed è quello segnato dal valore della libertà e dal senso del dovere“. Nel suo intervento, il sindaco di Furci ha inoltre ringraziato le autorità presenti, dal generale Michele Sirimarco, comandante della Legione Carabinieri “Abruzzo”, al comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Luciano Calabrò, il comandante della Compagnia Carabinieri di Vasto, il maggiore Giancarlo Vitiello e i comandanti di Stazione, i rappresentanti delle altre forze di polizia presenti, insieme alle tante associazioni combattentistiche e d’Arma, in special modo il generale Gianfranco Rastelli e il luogotenente Adriano Barattucci, presidente della sezione Vastese dell’Associazione Nazionale Carabinieri, il presidente dell’Anci, Luciano Lapenna, e i sindaci e amministratori intervenuti da tutto il territorio (Casalbordino, Lentella, Gissi, San Buono, Monteodorisio, Fossacesia, Cupello, Liscia, Palmoli, Fresagrandinaria e San Salvo).
Dopo l’intervento del sindaco di Furci, il presidente dell’Anci Abruzzo e sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, ha sottolineato come “per troppi anni questi eroi che hanno permesso con il loro sacrificio un percorso democratico per il nostro Paese sono stati dimenticati. Mi dispiace dirlo da amministratore, ma abbiamo aspettato 73 anni per onorare degnamente questo grande figlio del territorio vastese, così come avevamo dimenticato Leonardo Umile e altri eroi della nostra terra. Mi auguro che nei prossimi anni potranno essere ricordati come meritano anche gli altri nostri martiri e coloro che hanno subito la violenza e il carcere durante il regime fascista”. Nelle parole del sindaco Lapenna, anche il ricordo del contributo alla Liberazione della Brigata Maiella, con i suoi 136 morti e oltre mille feriti.
È stato poi il nipote dell’eroico carabiniere, Claudio Cianciosi, a ricordare la figura del nonno, sottolineando: “Questa non è solo una festa per la nostra famiglia, per i carabinieri o per i cittadini di Furci. Questa è la festa di tutti quelli che credono nei valori per i quali Angelo Cianciosi ha sacrificato la sua vita“. Claudio Cianciosi, così come in precedenza il sindaco Marchione, ha poi voluto ringraziare Luciano Lapenna per il forte impulso alla memoria, con le iniziative del 25 aprile a Vasto.
A chiudere gli interventi istituzionali, il comandante della Legione Carabinieri “Abruzzo”, il generale Michele Sirimarco, che ha esortato tutti a un “orgoglioso rigurgito di responsabilità e senso del dovere”, proprio “nell’esempio di Angelo Cianciosi”: “Crediamoci anche noi, facciamolo tutti. Ognuno nel proprio ruolo, ognuno facendo la propria parte, ma riscopriamo questo senso di responsabilità. Noi, come carabinieri, continueremo a richiamarci a questi valori e oggi consegnamo a questi ragazzi – ha concluso il generale rivolto ai tanti alunni delle scuole presenti alla manifestazione – questo testimone prezioso che ci sproni tutti a lavorare per rendere migliore questo, che è già un grande Paese”.